Neurochirurgia: al "Goretti" di Latina numeri record e stop alla mobilità passiva

Il neurochirurgo Carmine Franco
«No, io da qui non mi muovo, voglio essere operato da lui». Il signore che da qualche tempo, per una serie di complicazioni, è al Goretti in attesa di un...

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«No, io da qui non mi muovo, voglio essere operato da lui». Il signore che da qualche tempo, per una serie di complicazioni, è al Goretti in attesa di un intervento per un tumore cerebrale, indica il neurochirurgo Carmine Franco. I parenti hanno provato a convincere l'uomo ad andare altrove, ma non ha voluto sentire ragioni. In altri tempi sarebbe andato via, invece è un esempio pratico - ma ce ne sono decine - di come la neurochirurgia dell'ospedale di LAtina   sia ormai un polo di attrazione. Stop alla mobilità passiva, alla fuga verso altri ospedali, anzi anche pazienti che arrivano da fuori città.


Dall'inizio dell'anno al 30 giugno Carmine Franco e la sua équipe hanno effettuato oltre 250 interventi. Un primo semestre che conferma i numeri di un reparto che supererà abbondantemente i casi del 2016. Un dato che poteva essere maggiore se solo fossero disponibili più sedute operatorie e maggiore personale, comunque in arrivo. Metà degli interventi sono stati di natura cerebrale (prima erano il 30%), a conferma della crescente specializzazione e della fiducia riposta dai pazienti e dai loro familiari. Ci si fida del reparto di Latina anche per problematiche cerebrali che vanno dai tumori alle malformazioni vascolari.

Fra le patologie più importanti trattati una ventina di tumori in sedi critiche oltre a numerosi interventi di traumatologia cranica e spinale di particolare rilevanza. Con il passare del tempo il reparto è diventato un'ancora di salvezza per le patologie neurochirurgiche e ha posto fine ai viaggi della speranza verso Roma.   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero