Miti, leggende e problemi di oggi: così i ragazzi dell'Artistico raccontano la città

Miti, leggende e problemi di oggi: così i ragazzi dell'Artistico raccontano la città
«Se dalla storia dell'eroe troiano Enea è nata l'Eneide, allora potremmo dire che quella di Latina è diventata Latineide». È la...

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«Se dalla storia dell'eroe troiano Enea è nata l'Eneide, allora potremmo dire che quella di Latina è diventata Latineide». È la provocazione lanciata dallo scrittore Dante Taddia agli studenti del liceo artistico Michelangelo Buonarroti nella scena iniziale del docufilm proiettato ieri al cinema Corso, il calzante neologismo che dà il titolo al progetto nato per raccontare l'epica vicenda civile della città di Latina attraverso i luoghi che l'hanno caratterizzata e i personaggi che l'hanno vissuta, valorizzandola in occasione del suo natale festeggiato ieri.

"Latineide 90 anni in 90 minuti" è il docufilm girato dagli studenti del liceo Artistico. I ragazzi attraverso il cinema, sono partiti alla riscoperta e alla comprensione di linguaggi audiovisivi applicati alla conoscenza del proprio territorio, filtrato dallo sguardo autentico del giovane che rivive la propria storia e la restituisce alla memoria collettiva. A raccontarla ai ragazzi sono stati coloro che ne hanno vissuto alcune tra le pagine più importanti, diversi protagonisti dalla sua nascita fino al capoluogo di provincia che conosciamo oggi, ciascuno con la propria testimonianza, legata l'una all'altra da sei luoghi cardine intorno a cui si è svolto il corso degli eventi. Un'epopea che parte dal cuore di Latina, vale a dire piazza del Popolo, dove l'attrice Giada Prandi ripercorre la leggenda tramandata da Antonio Pennacchi, quella che parla di un camion rimasto impantanato durante la sua realizzazione e sopra cui è stata costruita l'attuale fontana e dove, nei giorni di pioggia, si potrebbe anche riuscire a sentire il miagolio di un gattino rimasto rinchiuso nell'abitacolo. E poi Palazzo M, la cui storia viene ripercorsa nelle testimonianze dello scrittore Emilio Andreoli e della giornalista Graziella Di Mambro; la casa del contadino dove oggi sorge il palazzo Pennacchi , spiegata dall'architetto Pietro Cefaly; Piazza San Marco, dove c'è il pittore Antonio Taormina a fare gli onori di casa; i palazzi Barletta, simbolo dell'espansione della città testimoniata dall'architetto Massimo Rosolini; e, infine, l'ex campo profughi, dove oggi sorge la sede dell'Università la Sapienza, ma che il fotografo Tonino Mirabella non dimentica quando ospitava istriani e fiumani arrivati dal nord.

Ad intervistarli e filmarli, uno dopo l'altro, gli studenti del liceo Michelangelo Buonarroti, sotto la regia di Massimo Ferrari e Gianfranco Pannone, il coordinamento scientifico di Nicola Calocero, il progetto sonoro di Andrea Pettinelli e grazie al supporto della Latina Film Commission di Rino Piccolo. Un anno di lavoro che ha visto la partecipazione di oltre 500 studenti di scuole in rete, attraverso l'accordo con l'IIS "Concetto Marchesi" di Padova, l'IC "Frezzotti-Corradini" e l'IC "Emma Castelnuovo" di Latina, a cui si sono aggiunti anche altri istituti che hanno contribuito alla realizzazione del docufilm regalato ieri alla città per i suoi 91 anni.
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Il Messaggero