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IL PROCESSO
E' slittata al 4 aprile l'udienza a carico di Alessandro Frateschi, l'ex prof di religione e diacono, arrestato per abusi sessuali su cinque ragazzi minorenni. Emergono nuovi particolari sullo sviluppo di procedimento penale: nella prossima udienza il giudice Laura Morselli affiderà l'incarico a uno psicologo affinché possa aiutare i ragazzi a ricostruire in aula le violenze subite. Il perito, però, dovrà fare di più: rispondere a 5 quesiti posti dal giudice per verificare l'attendibilità delle vittime.
Frateschi, già sottoposto a una perizia, è stato dichiarato capace di intendere e volere. Ma ora il giudice vuole andare oltre e verificare le condizioni psicologiche anche di tre delle sue cinque vittime, i ragazzi ancora minorenni che hanno un'età compresa tra i 16 e i 17 anni. Attraverso i quesiti posti dal tribunale, il perito dovrà accertare, attraverso un esame psicodiagnostico, se i minorenni abbiano subito maltrattamenti o abusi sessuali in famiglia o a scuola, o comunque se abbiano «pregresse sofferenze fisiche o morali, stati emotivi post-traumatici, ricostruendo la tipologia e l'entità degli eventuali abusi subiti».
Dunque si tratta di una perizia piuttosto complessa e articolata che potrebbe rafforzare ulteriormente le accuse. Secondo la Procura, infatti, la ricostruzione degli eventi fornita dalle vittime è assolutamente attendibile e coerente. Riuscire a cristallizzare il loro racconto, confermando l'attendibilità dei minorenni, sarebbe un punto fermo sul quale costruire il processo. Al contrario, se l'attendibilità delle vittime dovesse essere messa in discussione, come mai avvenuto fino ad oggi, la difesa di Frateschi ne uscirebbe rafforzata. Di certo questo nuovo passaggio porterà ad un allungamento dei tempi, visto che la prossima udienza servirà ad affidare l'incarico al perito che si prenderà un termine per effettuare le operazioni.
Intanto il tribunale dei Minori di Roma ha sospeso la responsabilità genitoriale sia per l'indagato, Alessandro Frateschi, agli arresti domiciliari in una casa diversa da quella dove vivono i figli, sia per sua moglie. La donna, in una chat con la sorella di un ragazzo vittima di abusi, l'aveva implorata di non presentare denunce, lasciando intendere che era pronta a uccidersi e che «i ragazzi sarebbero stati per sempre con lei». Parole inquietanti che sono state segnalate alle autorità per i dovuti provvedimenti, ora arrivano le prime azioni concrete a tutela dei figli della coppia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero