Impianti per i rifiuti in provincia di Latina, no unanime alla riapertura di Montello

Da sinistra Coletta e Medici
Progettare insieme la gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, chiudendolo nell'ambito provinciale attraverso la creazione di un soggetto unitario come un consorzio tra...

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Progettare insieme la gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, chiudendolo nell'ambito provinciale attraverso la creazione di un soggetto unitario come un consorzio tra Comuni; accelerare la raccolta differenziata; individuare uno o più centri di trattamento della frazione umida e di stoccaggio del secco residuo; generare percorsi di conoscenza della cittadinanza del problema rifiuti e dell'economia circolare. Ecco gli obiettivi del protocollo del presidente della Provincia Carlo Medici, e sottoposto ieri alla conferenza dei sindaci, per arrivare in tempi brevi alla definizione dei siti per impianti e stoccaggio del secco, «prima che siano altri, ovvero la Regione, a decidere per noi».

Un protocollo cui tutti i sindaci si sono detti pronti a aderire, come tutti hanno chiarito, sul futuro di Montello, che quella discarica deve restare chiusa e bonificata: inoltre, secondo Medici, «quegli ulteriori 38mila metri cubi richiesti da Ecoambiente per abbancare rifiuti, se autorizzati, durerebbero solo 2 mesi».

Ma ancora più duro è stato Coletta: «Arpa, Asl, Comune e Provincia diedero parere negativo all'utilizzo per motivi sanitari, dato che persisteva l'inquinamento di sostanze cancerogene come il cloroformio. Ecoambiente chiese allora una relazione comparativa con Arpa: la relazione è pronta e risulta ancora esserci persistenza di sostanze cancerogene: va da sé che sarebbe problematico usare quel sito». Medici ha ricordato come le criticità nella gestione dei rifiuti del territorio provinciale siano soprattutto «sul trattamento della frazione umida, a causa di problemi giudiziari dei gestori degli impianti, e il fatto che il settore vada comunque in sofferenza nel periodo estivo, quando la popolazione aumentano per i flussi turistici: da 40-60 euro a tonnellata, si può passare anche a costi di 120-200 euro. L'invito di oggi è per stabilire se il proprio Comune rientri nelle pianificazioni provinciali e se dia la propria disponibilità a ospitare impianti». Se Coletta ha proposto un termine per decidere, il 30 giugno o il 10 luglio al massimo, e la costituzione di un comitato ristretto di sindaci che si interfacci con Medici, Regione e associazioni, diversi primi cittadini, pur aderendo, hanno spiegato che proseguiranno nella costruzione di impianti per l'umido comunali.


È il caso di Cisterna, che ne realizzerà uno da 30mila tonnellate «ma aperto anche a Comuni limitrofi», come ha chiarito l'assessore Renato Campoli, di Bassiano, che già lo ha realizzato, e il cui sindaco Domenico Guidi ha chiarito che «la sottoscrizione del protocollo dovrà passare anche attraverso delibere», di Norma, di San Felice Circeo. Mentre Paola Villa (Formia) ha proposto «un'azienda speciale consortile pubblica», per Gerardo Stefanelli (Minturno) «bisogna ragionare su una raccolta unica per tutta la provincia. Nel 2032, inoltre scadrà il rapporto con il socio privato di Acqualatina: pensiamo a un soggetto pubblico di gestione unitaria di rifiuti e acqua». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero