Ricettazione e vendita di auto rubate, la Polizia arresta otto persone

Nove arresti e sequestro di beni per 2 milioni di euro nell'ambito dell'operazione "Crazy cars" della Polizia di Stato di Latina. Sei  le misure cautelari...

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Nove arresti e sequestro di beni per 2 milioni di euro nell'ambito dell'operazione "Crazy cars" della Polizia di Stato di Latina. Sei  le misure cautelari in carcere e tre ai domiciliari, delle quali una non è stato possibile eseguirla perché irreperibile il soggetto da arrestare.   

L’attività è stata svolta dagli agenti della squadra mobile di Latina  e del commissariato  di Cisterna, con il supporto di 10 equipaggi dei reparti prevenzione crimine Lazio, Campania e Umbria.

Nel corso dell’operazione è stato eseguito il decreto di perquisizione personale e domiciliare emesso a carico degli  indagati e  sono stati rinvenuti e sequestrati  5 orologi di pregio marca Rolex,  uno di  marca Cartier e la somma di circa 50.000 euro in contanti.

Nel corso delle altre perquisizioni sono stati rinvenuti 150 grammi di marjuana, materiale per il confezionamento ed un bilancino di precisione e una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa.

Il quadro indiziario si riferisce a condotte reiterate di ricettazione di veicoli di provenienza furtiva ricevuti ed immessi in città in modo sistematico, comprovate dai servizi tecnici di intercettazione che documentano le trasferte per il procacciamento dei veicoli e le trattative con gli acquirenti.

Non mancano estorsioni,  al fine di silenziare un rivenditore che pretende il pagamento di quanto dovuto, così come l’investimento dei proventi dell’attività illecita nella intestazione di una pluralità di immobili, conti correnti ed attività formalmente di fittizi intestatari,  schermo del vero titolare che in tal modo si mette al riparo da possibili misure di prevenzione che lo possano attingere.

L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, nasce dalla denuncia querela sporta da un cittadino rumeno dopo che il medesimo aveva rinvenuto un proiettile inesploso di un’arma comune da sparo, sulla porta d’ingresso della propria abitazione.

Secondo le indagini, l'intimidazione era finalizzata a costringere la vittima a cedere la propria vettura, rinunciando al compenso pattuito.

Le intercettazioni telefoniche hanno riscontrato il coinvolgimento del titolare di una rivendita di auto e moto, il quale con due complici  ricettava  autovetture rubate. 

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Il Messaggero