Latina, a 17 anni cade dal tetto e muore, i genitori donano gli organi: «Vogliamo che Angela continui a vivere»

Una storia di dolore e di grande amore arriva da Sermoneta, in provincia di Latina. Si terranno questo pomeriggio all’abbazia di Valvisciolo i funerali di Angela Nafra, 17...

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Una storia di dolore e di grande amore arriva da Sermoneta, in provincia di Latina. Si terranno questo pomeriggio all’abbazia di Valvisciolo i funerali di Angela Nafra, 17 anni, che in seguito a una malaugurata fatalità lo scorso 22 giugno presso la sua abitazione di Doganella, a Sermoneta, è caduta dal tetto. Un volo di otto metri. La ragazza è rimasta ferita in modo molto grave ed è arrivata in eliambulanza all’ospedale Gemelli con seri danni cerebrali. Sono state ore drammatiche. I genitori informati dell'accaduto sono corsi a Roma scortati dalla polizia. Per giorni la famiglia è rimasta al suo capezzale e ha sperato in un miracolo. Poi purtroppo il papà e la mamma di Angela sono stati informati dai medici, il 27 giugno, delle condizioni irreversibili della loro figlia. Sebbene medici e sanitari abbiano fatto l’impossibile per curarla, non c'era più nulla da fare: a quel punto hanno preso la difficile decisione di donare gli organi della ragazza.


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Un gesto altruistico che ha permesso di salvare altre cinque vite. Maurizio e Giustina Nafra non sapranno mai quale sia stata la destinazione degli organi della loro figlia, ma hanno affidato a una lettera aperta la loro storia: «Abbiamo deciso che Angela doveva comunque vivere. Ma come? Donando i suoi organi, per aiutare altre cinque persone in sofferenza a tornare a sperare in una vita migliore. La nostra speranza è che questo gesto possa essere da impulso per quanti si dovessero trovare nelle nostre stesse condizioni, perché c’è sempre vita. Desideriamo dire grazie a tutti coloro che ci sono stati vicino, agli agenti della Polizia stradale di Aprilia che ci hanno scortati fino al Grande Raccordo Anulare dopo averci informato dell’accaduto, i medici, gli infermieri. Angela ora è in paradiso che ci guarda col suo sorriso, sapendo che in qualche modo la sua scomparsa permetterà ad altre cinque persone di continuare a vivere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero