Latina, imprenditore nella morsa degli usurai tenta il suicidio, parte l'inchiesta: otto arresti

Latina, imprenditore nella morsa degli usurai tenta il suicidio, parte l'inchiesta: otto arresti
Una crisi economica improvvisa, debiti che aumentano insieme agli interessi, un tentato suicidio. Una storia di provincia che apre uno spaccato su due affari gestiti dalla...

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Una crisi economica improvvisa, debiti che aumentano insieme agli interessi, un tentato suicidio. Una storia di provincia che apre uno spaccato su due affari gestiti dalla criminalità: usura e spaccio di droga. Si chiama non a caso Scudo (dal nome in gergo dato dagli indagati al denaro) l'operazione conclusa ieri dai carabinieri del Reparto di Aprilia e dai militari del Nucleo investigativo, che ha portato ad otto arresti per reati che vanno dall'usura all'estorsione, alla rapina e all'autoriciclaggio, fino alla violenza privata, fraudolento danneggiamento di beni assicurati, esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria, spaccio di stupefacenti e favoreggiamento della prostituzione.


Un'attività di indagine partita alla fine del 2017, che ha portato i carabinieri fino ad Antonio Di Silvio, 39 anni, esponente del noto clan rom, già detenuto da circa un anno in seguito a una condanna per droga e ora destinatario di una nuova misura cautelare in carcere. Era suo infatti il denaro prestato a strozzo a un commerciante di Aprilia che, stretto poi nella morsa dei debiti e delle minacce degli usurai, aveva cercato di togliersi la vita. Le indagini partono proprio dall'intuizione dei militari della stazione di Campoverde che intravedono subito, dietro il gesto estremo tentato dall'imprenditore, un movente legato ai debiti e alle pressioni della criminalità.

Si scopre dunque che l'uomo si è indebitato per l'acquisto di un'auto usata al prezzo di 4.500 euro. A vendergliela è Costantino Annunziato, 45enne di Nettuno, cugino di Antonio Di Silvio. E' lui, insieme a Sabatino Morelli, a fare da intermediario proponendo al commerciante apriliano un prestito pari all'importo dovuto per la vettura. Morelli e Annunziato finiscono ai domiciliari nell'operazione Scudo. I carabinieri accertano che in breve tempo gli interessi sui 4mila euro prestati all'imprenditore salgono al 100%. La vittima prova a farsi prestare altri soldi, a dilazionare i pagamenti, ad ottenere proroghe. Alla fine riesce a restituire in sei mesi solo i primi 4mila euro dovuti per l'automobile, ma un'improvvisa malattia gli impedisce di far fronte al resto. Cominciano le minacce rivolte a lui e alla moglie. E il commerciante pensa di farla finita.


I carabinieri però non solo risalgono al flusso di denaro dato in prestito che porta direttamente ad Antonio Di Silvio, ma riescono anche a comprendere da dove provengano i soldi reinvestiti nell'usura. E scoprono un giro di spaccio che finanzia l'attività e riguarda in particolare la gestione delle piazze di via Londra e viale Kennedy, a Latina, affidata a Sabrina Narducci, 48 anni, e Christian De Rosa, 24, entrambi arrestati con l'accusa di spaccio di stupefacenti. Gli acquirenti della marijuana, dell'hashish e della cocaina erano anche ragazzi ancora minorenni. Nel corso dell'indagine i carabinieri scoprono inoltre un episodio di estorsione distinto, di cui lo stesso commerciante era diventato vittima e per il quale sono stati arrestati altri due personaggi provenienti dalla provincia romana: Daniele Di Marco, 43enne di Genzano, e Giovanni De Falco, 46enne di Ariccia. Ancora irreperibile invece un cittadino romeno accusato di favoreggiamento della prostituzione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero