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Salvò la vita a due giovani sorelle ebree nell'inverno del 1943, accogliendole in casa sua, in un piccolo paesino in provincia di Brescia, e presentandole come sue cugine sfollate dopo la guerra. Il nome del brigadiere dei carabinieri Giuseppe Ippoliti ora sarà inciso a Gerusalemme come "Giusto tra le nazioni", un'onorificenza conferita a coloro che nel mondo salvarono gli ebrei durante la Shoa mettendo a rischio la loro stessa vita.
Questa mattina la consegna ufficiale nelle mani dei familiari del carabiniere e di Teresa Zani, sua moglie, alla presenza delle massime autorità della provincia, dell'ambasciatore di Israele e di una delle due sorelle, la signora Edith Fischhof, che oggi ha 98 anni e che ha voluto fortemente ripercorrere la sua storia e ringraziare chi l'ha accolta e salvata. "Peppino Ippolito e Teresa Zani sono state persone che si sono sacrificate senza nulla in cambio. Ci hanno coperto dicendo che eravamo cugine, per un anno intero. Per merito loro io oggi sono qui e posso chiudere il cerchio. Non ho altre parole". Accanto a lei ci sono Paolo Ippoliti, pronipote del carabiniere, e suo figlio Giuseppe, che vivono nel capoluogo e che hanno ricevuto la targa e la pergamena consegnate dall'ambasciatore di Israele.
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