Latina, si presenta per un lavoro al panificio ma viene rifiutata: «Sei troppo grassa»

Latina, si presenta per un lavoro al panificio ma viene rifiutata: «Sei troppo grassa»
LATINA - Ha pianto quando ha ricevuto quel messaggio. Per l’umiliazione subita. Perché si è sentita mortificata come donna e come madre. Dalila ha 29 anni ed è disoccupata....

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LATINA - Ha pianto quando ha ricevuto quel messaggio. Per l’umiliazione subita. Perché si è sentita mortificata come donna e come madre. Dalila ha 29 anni ed è disoccupata.




È una ragazza solare, ha un sorriso dolcissimo. Nei giorni scorsi è stata contattata da un’agenzia di lavoro per un colloquio presso un panificio di Latina. Si è recata presso il negozio, ha parlato con i titolari, si è fermata al forno per un paio d’ore, ha lasciato una fotocopia del suo documento e se ne è andata con l’accordo che il lunedì successivo sarebbe tornata per un periodo di prova. Era felicissima. Finalmente aveva trovato un lavoro.



Poi però, il mercoledì pomeriggio, un messaggio della responsabile dell’agenzia, inviato tramite Facebook, con il quale veniva disdetto, da parte dei titolari del panificio, il periodo di prova. Motivazione: il tuo aspetto esteriore non è consono. In parole povere sei troppo grassa e non vai bene perché dietro il bancone devono starci due persone magre che possano muoversi contemporaneamente. Dalila pesa 100 chili per dei problemi avuti in occasione della sua seconda gravidanza. Ma questo non le ha mai impedito di svolgere qualsiasi mansione o di essere efficiente.



«Confesso che ho pianto quando ho letto quel messaggio – racconta – Avrei preferito che me lo dicessero quel giorno quando mi hanno vista invece che illudermi. Quello che mi brucia è essere stata rifiutata per il mio aspetto fisico e non per la mia professionalità che non è stata assolutamente valutata. Sono diplomata al liceo pedagogico ma mi sono adattata a fare di tutto nella vita dalla banconista del Mc Donald’s all’operaia alla Findus di Cisterna. Non mi sono tirata indietro nemmeno quando ho lavorato come donna delle pulizie e pulivo i bagni”. Dalila non si arrende. Lei di un lavoro ha bisogno per sfamare i suoi piccoli Jacopo e Lorenzo di 4 anni e 10 mesi anche perché il suo compagno è di recente rimasto disoccupato. «Ho deciso di raccontare la mia storia perché voglio difendere il genere femminile da certe discriminazioni – ribadisce – Lo faccio da donna ma soprattutto da mamma. Perché questi chili di troppo io li ho addosso solo per aver scelto di diventare madre».



La tenacia e il coraggio di Dalila sono l’arma migliore per fronteggiare chi, stupidamente, guarda alla forma e non alla sostanza, all’estetica e non al cuore o alle capacità di una persona. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero