Se n’è andato un pezzo dello storico Centro Oratoriano Sportivo, per tutti conosciuto come Cos Latina. Giovanni Costantini, 87 anni, originario di...
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Giovanni lascia la moglie Anna e ben sei figli. La sua scomparsa rimbomba anche tra quelle migliaia di ragazzi che, nel corso dei decenni, si sono avvicendati sul campo che ha scritto la storia calcistica e sociale del capoluogo. «Papà è stato uno degli storici personaggi del Cos, insieme a Dino Zaralli, Alvaro Proietti, Gianfranco Lanni, Don Orlando, Don Gesuino e molti altri - spiega commosso il figlio Claudio, anche lui calciatore del Cos prima di diventarne dirigente a sua volta - ci sarebbero molti aneddoti, che però sono principalmente quelli che mi raccontano i giocatori, come quando una volta di tanti anni fa, all’ultimo momento dipinse a mano il numero su una maglia da gioco che non lo aveva per permettere l’inizio della partita». Il
Cos è stato per una vita un’emanazione dell’Oratorio San Marco e svolgeva un’importante funzione sociale.
«Giovanni è stato un po’ il secondo padre di tutti noi ragazzi che giocavamo al
Cos e non lo facevamo per soldi ma per l’orgoglio di vestire quella maglia bianco verde e per la soddisfazione di poter girare in tuta con la scritta
Cos - spiega Alfredo Romano, capitano del Cos dal 1989 al 2004 - quando si passava quella porticina di metallo pitturato di verde era come entrare in un mondo magico dove sparivano tutti i problemi per qualche ora: Giovanni era un dirigente che stava molto vicino ai ragazzi e li portava in trasferta con il suo mezzo e più di qualche volta l’ho visto mettere mano al portafoglio per contribuire alla causa. Un personaggio d’altri tempi che lascia un vuoto incolmabile per molti di noi. Dispiace che, in questo periodo di coronavirus, non sia possibile partecipare al suo funerale che avrebbe avuto una marea di partecipanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero