Latina, il nome che non ti aspetti: Franco Cifra e i contanti girati per pagare un'estorsione

Franco Cifra
È il nome che non ti aspetti di vedere in un'indagine di polizia, e il volto che non ti aspetti di veder uscire dagli uffici della Questura tra due poliziotti quello di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È il nome che non ti aspetti di vedere in un'indagine di polizia, e il volto che non ti aspetti di veder uscire dagli uffici della Questura tra due poliziotti quello di Franco Cifra, lui e la sua famiglia sono stimati imprenditori nel settore della ristorazione da decenni. Franco Cifra è il titolare dell'omonimo bar in via dell'Agora, cosa c'entra dunque con questo mondo opaco che ieri ha portato in carcere undici persone? Secondo gli inquirenti a rivolgersi a lui, che ora è ai domiciliari, sono due pentiti pontini, Renato Pugliese, figlio di Cha cha, e Agostino Riccardo, avevano necessità di una finta fattura per incassare il compenso che Luciano Iannotta gli ha riconosciuto per aver portato a termine un'estorsione per suo conto.


I due si sono rivolti a lui - dicono al giudice - «per una fattura al volo» che l'imprenditore avrebbe compilato senza battere ciglio. Una fattura intestata a una società riconducibile a Luciano Iannotta, il quale ha poi fatto un bonifico di 3.100 su un conto corrente intestato a Cifra, il quale è andato poi in banca a prelevare 2.400 euro, 700 sono per il disturbo e per l'Iva, questo raccontano Pugliese e Riccardo, questo viene confermato dalle carte: fattura, bonifico e prelievo. Il pagamento - scrive la Procura nell'ordinanza - ha perfezionato la consumazione di un'estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno di un imprenditore locale, delitto consumato proprio su mandato di Luciano Iannotta e mai denunciato.


In sostanza Pugliese e Riccardo fanno l'estorsione, Cifra la finta fattura che Iannotta paga con bonifico, il titolare del bar preleva e gira il contante ai due autori del reato, rendendosi complice del reato stesso. Cifra forse temeva ritorsioni, aveva paura? I giudici rispondono così a questo interrogativo: sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di favoreggiamento reale posto che egli ha fornito un aiuto concreto a Riccardo e Pugliese, inoltre viene esclusa la soggezione di Cifra nei loro confronti in quanto ha percepito (o meglio si è trattenuto) un compenso per l'opera prestata, dimostrando pertanto di non provare alcun timore nei confronti dei due.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero