Tentato omicidio: boss di camorra arrestato dai carabinieri a Latina

Tentato omicidio: boss di camorra arrestato dai carabinieri a Latina
I carabinieri del comando provinciale di Latina con la collaborazione dei colleghi del nucleo operativo e radiomobile di Torre Del Greco (Napoli), hanno arrestato, in esecuzione...

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I carabinieri del comando provinciale di Latina con la collaborazione dei colleghi del nucleo operativo e radiomobile di Torre Del Greco (Napoli), hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il trentatreenne Mario Ascione, figlio del defunto Raffaele, detto “Rafael ò luong”, fondatore dell’omonimo clan e di Immacolata Adamo  detta “Assunta” (già condannata in via definitiva per 416 bis). Da circa un anno la donna viveva nella zona dei pub, dove il figlio l'aveva raggiunta.

Ascione sin da giovanissimo - stando alla ricostruzione dei militari - raccoglie le redini dell'omonimo clan  di Ercolano (Napoli) insieme al cognato, Giorgio Di Bartolomeo, e si allea con il clan “Papale” partecipando alla quarta guerra di camorra contro il clan “Birra-Iacomino”.

La sua parabola giudiziaria   inizia il 24 aprile 2008, con l’arresto per associazione di stampo mafioso e la successiva condanna in via definitiva. Durante la sua detenzione è stato anche colpito da numerose ulteriori misure cautelari, tra le quali quella per il reato di estorsione aggravata.

il 30 aprile 2020, dopo la scarcerazione dal penitenziario di Milano Opera, dove era detenuto in regime di carcere duro 41 bis, è stato condannato in primo grado dal Tribunale  di Napoli a 18 anni di reclusione per il reato di tentato omicidio aggravato, commesso il 23 aprile 2008 ai danni di un affiliato del clan rivale “Birra”, reato per il quale era imputato in stato di libertà. A seguito della condanna in primo grado, la direzione distrettuale antimafia di napoli ha richiesto una misura cautelare, definitivamente accolta dalla suprema Corte di cassazione nella serata di ieri e immediatamente eseguita dai militari. Ascione aveva un appartamento nel capoluogo pontino edi recente era stato anche condannato all’ergastolo per l’omicidio commesso l’11 febbraio 2008 ai danni di  Giorgio Scarrone,  fratello di un collaboratore di giustizia del clan rivale. 

 

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Il Messaggero