La storia della Virtus Latina: ecco il quintetto dei sogni

La Virtus latina 96-97. Ensoli 14, Sparagna 11, Ceretta al suo fianco senza numero. Il coach era Brogialdi
La storia della Virtus Latina è durata diciotto stagioni, dal 1981 al 1999, nella provincia di Latina ci sono certamente club molto più longevi, ma...

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La storia della Virtus Latina è durata diciotto stagioni, dal 1981 al 1999, nella provincia di Latina ci sono certamente club molto più longevi, ma l’intensità di quei 18 anni è stata tale da lasciare una traccia indelebile nella storia del basket pontino.

La Virtus è attualmente il club che ha la media più alta nel Lazio rapportando i campionati vinti a quelli giocati: addirittura 5 vinti su 18, utilizzando quasi esclusivamente cestisti e allenatori locali.

PLAY
Il ruolo di regista è sempre stato basilare in tutti gli sport, in particolar modo nel basket dove il playmaker è la fonte del gioco. Il primo a vestire la maglia della Virtus, nel 1981, fu Aurelio Malandruccolo (Classe 1960) mentre l’anno dopo Maurizio Cocco, classe 1957, prese le redini del team che iniziò con lui la sua escalation. Si susseguirono nel ruolo Roberto Furlan (classe 1960) il terracinese Stefano Fantasia (1971) e Fabio Pontesilli (1966). Agli inizi degli anni ‘90 il basket si evolse e nel ruolo di portatore di palla furono adattati spesso play non puri come Maurizio Pagni (1962) lo scaurese Giovanni Sparagna (1973) il brindisino Giancarlo Giarletti (1968) il riminese Alessandro Angeli (1965) e Alessandro Zanier (1974).

ESTERNI 
Gli esterni sono stati sempre divisi in due categorie: quelli che segnano montagne di canestri, i “bomber” che fanno sognare i tifosi, e quelli che devono difendere per due, per se stessi e, appunto, per i tiratori solitamente poco brillanti in retroguardia. Il primo a fare la differenza, trascinando alla promozione in serie D la Virtus edizione 1982, fu Claudio Moliterno, gemello di Cocco nell’Ab Latina classe ‘57. Poi Pierluigi Ensoli (nato nel 1964) il tiratore puro più micidiale mai visto in tutta la storia del basket pontino.
Per un paio di stagioni si affacciò in prima quadra il sedicenne Fabio Nardone, nato a Fondi nel 1962, ma lui fece fortuna qualche anno dopo nei club di A1. Negli anni ‘90, con l’avvento di Rodolfo Salomone, l’acquisto di Carlo Ceretta (classe 1962) fu quello determinante. Poi, il giovane del vivaio Giancarlo Mascetti (1974) il friulano Roberto Battoia (1967) due “stopper” che furono fondamentali col loro lavoro oscuro negli ultimi successi virtussini.

LUNGHI

Tutti i lunghi più forti del basket pontino hanno militato nella Virtus. La coppia formata dal setino Pietro Zaccheo (classe 1962) e da Giulio Anesa (1956) fu determinante nei primi anni, così come Walter Vigna (1952). Ma è dal 1990 che il settore fu sempre rappresentato da ali e pivot di assoluta caratura: Bruno Berton (1957) supportato da Massimo Meneghel (1970) Paolo Anesa (1961) e Luca Tommasini (1971) trainò la Rip Inox in B2. Poi Sandro Gatto (1964) Alessandro Crescenzi (1970) Franco Picozzi (1965) Fabio Morrone (1969) e Ruben Polselli (1974), tutta gente che prima di arrivare alla Virtus militò in club di serie A. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero