Svolgere piccole manutenzioni ordinarie degli impianti decurtando i costi dai canoni; tutela delle associazioni presenti sul territorio valutandone anzianità e impegno...
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Come prima cosa, lamentano che il Comune «ha inviato alle società assegnatarie nella passata stagione il modulo di richiesta di assegnazione per il 2020-21 con scadenza al 30 maggio, in assenza di ogni indicazione circa il reale utilizzo». Ricordano poi il ruolo sociale nei riguardi degli atleti, in massima parte minorenni, e che le società si finanziano «quasi interamente con le quote versate dagli associati, ma, a seguito della crisi da coronavirus, tutto il mondo dello sport è stato costretto a sospendere ogni attività con perdite economiche spesso importanti. Il blocco del pagamento del canone crediamo sia stato solo un atto dovuto, configurandosi nelle prestazioni non godute. Ma ora, i mancati guadagni dei mesi di marzo, aprile e maggio hanno azzerato il surplus sul quale le associazioni contavano a settembre per ripartire: sarebbe stato più saggio rinviare a settembre ogni incombenza».
Relativamente alle concessioni, le associazioni chiedono poi che «le società presenti sul territorio dovrebbero essere tutelate prendendo come criterio di assegnazione l'anzianità e l'operato in ambito locale: considerare il numero di associati appare penalizzante, in quanto è variabile in base a molti fattori»; inoltre, le concessioni «dovrebbero anche considerare dimensioni dell'impianto e disciplina sportiva; l'accesso in palestra potrebbe comunque essere concesso con u massimo di persone prestabilito, per rendere possibile la disputa di partite di campionati minori». C'è poi il capitolo costi, dato che «il rilascio delle autorizzazioni giunge in un momento in cui la liquidità delle società pone reali problemi, e sarebbe auspicabile il pagamento del canone in mensilità, con il differimento della prima rata al 30 ottobre». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero