Latina perderà un altro pezzo, stavolta davvero enorme, della propria storia commerciale e imprenditoriale. Il gruppo Andreoli Spa è in vendita e già ci...
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La comunicazione della messa in vendita dell'azienda è stata effettuata dai vertici del Gruppo Andreoli nei giorni scorsi, con una lettera piuttosto dettagliata inviata alle organizzazioni sindacali. Da quanto emerso finora il cambiamento di proprietà non avrà ricadute negative sull'occupazione, anche se ovviamente l'apprensione dei lavoratori è notevole e comprensibile.
Il Gruppo Andreoli, associato Euronics, conta 21 negozi nel centro Italia, di cui 2 a Latina (centro commerciale Morbella e Latinafiori) e uno al centro commerciale di Sermoneta Scalo. Un impero della tecnologia che conta oltre 300 dipendenti - tra amministrazione, magazzinieri e addetti alla vendita - che passerebbero in blocco nella nuova proprietà romana. Difficile ipotizzare i tempi di questa grossa operazione finanziaria, ma potrebbe trattarsi di un passaggio piuttosto veloce considerando che il Natale rappresenta una enorme fetta del mercato annuale. Inoltre il Gruppo Nova è anch'esso affiliato Euronics e quindi, una volta trovato l'accordo, il passaggio dovrebbe essere più semplice.
Latina perderà dunque un altro punto di riferimento storico. Paolo, Nicoletta e Antonella Andreoli hanno portato avanti sino ad oggi un nome importante per il commercio locale, ereditando l'attività nata nel 1955 e poi cresciuta con diversi punti vendita, diverse gestioni e un enorme successo che ha attraversato diverse generazioni.
Il presidente Paolo Andreoli non ha nascosto, anche pubblicamente, alcuni errori di gestione che hanno portato alle difficoltà più recenti e, forse, alla scelta di vendere il gruppo. Lo scorso anno aveva presentato anche un piano di ristrutturazione dell'azienda per il triennio 2016-2018, basato soprattutto sul consolidamento della rete esistente e sul potenziamento del settore e-commerce. Ora, invece, arriva la notizia della vendita del gruppo a un grosso competitor romano. Nella speranza che il patrimonio dei negozi pontini non venga scalfito.
Marco Cusumano
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Il Messaggero