Giudice di Pace, riunione sulla sicurezza. Leomazzi: «Situazione indecorosa, gravi rischi per la salute»

Giudice di Pace, riunione sulla sicurezza. Leomazzi: «Situazione indecorosa, gravi rischi per la salute»
Condizioni di lavoro e accesso del pubblico nell'ufficio del giudice di pace di Latina. Si è discusso di questo nella prima riunione del tavolo tecnico riunito nei...

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Condizioni di lavoro e accesso del pubblico nell'ufficio del giudice di pace di Latina. Si è discusso di questo nella prima riunione del tavolo tecnico riunito nei giorni scorsi in Tribunale con la partecipazione dei rappresentanti sindacali dei dipendenti, dei dirigenti del Palazzo di giustizia e del presidente Caterina Chiaravalloti.


Un faccia a faccia durante il quale il rappresentante del Consal Unsa Quirino Leomazzi, ha denunciato nuovamente la «situazione indecorosa in cui versano gli uffici di via Vespucci e i gravi rischi per la salute dei lavoratori. A seguito delle proposte avanzate dal Presidente del Tribunale, che in nessun modo garantivano una tranquillità nei confronti dei lavoratori e dell'utenza, pregiudicata da una volontà ad una ripresa lavorativa non conforme alle regole di sicurezza - spiega Leomazzi abbiamo preteso il rispetto e la piena applicazione delle norme e avanzato una serie di proposte».

Queste prevedono al fine di evitare assembramenti e assicurare distanziamenti sociali, il contingentamento all'ingresso con personale di vigilanza e dotare detto personale di termometri per rilevare la temperatura; disciplinare l'entrata per il pubblico e avvocati mantenendo l'obbligo di prenotazione; predisporre paratie per gli sportelli aperti al pubblico; regolamentare i giorni delle udienze attuando un sistema di alternanza tra i giudici in giorni diversi; la tutela dei lavoratori fragili come previsto dalle direttive istituzionali facendoli rientrare immediatamente in modalità smart working e il ripristino delle modalità di lavoro agile per tutti i lavoratori almeno per un giorno a settimana fino a nuove disposizioni.


«Oltre alla mancanza di provvedimenti volti a mettere in sicurezza i locali come sanificazioni, percorsi dedicati agli utenti, uso di rilevatori di temperatura, garanzie di distanziamento sociale, vi è stata un'ingiustizia e un grave pregiudizio per la salute dei lavoratori «cosiddetti fragili» costretti a tornare in ufficio a seguito di ordine di servizio del Presidente spiega Leomazzi ma a conclusione dell'incontro il Presidente ha preso l'impegno di valutare le nostre osservazioni e sotto nostra richiesta riformulerà nuove proposte da ridiscutere a seguito di ulteriore riunione che si terrà la prossima settimana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero