Gel piastrinico negli studi dentistici, intesa con il centro trasfusionale della Asl di Latina

Il centro trasfusionale di Latina
Il servizio trasfusionale della Asl di Latina garante delle procedure messe in atto dagli studi dentistici per la «produzione e utilizzo di emocomponenti ad uso topico da...

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Il servizio trasfusionale della Asl di Latina garante delle procedure messe in atto dagli studi dentistici per la «produzione e utilizzo di emocomponenti ad uso topico da origine autologa». Tradotto: una preparazione - con il sangue prelevato ai pazienti che poi la useranno - di gel che si usa come analgesico negli interventi di chirurgia della bocca. Sono recenti le firme di sette convenzioni tra l'azienda sanitaria locale di Latina e studi dentistici privati, alcuni anche di Roma, che consentono questa pratica prevista da un decreto ministeriale del 2015. Gli odontoiatri, con una minima attrezzatura, possono produrre gel piastrinico dopo aver centrifugato il sangue e separato i globuli bianchi. Utilizzato inizialmente in ortopedia e traumatologia, il gel ora è di largo uso anche negli interventi di chirurgia dei denti e della bocca. Una volta effettuata l'infiltrazione, seguendo uno specifico protocollo, libera fattori di crescita, genera nuovi vasi sanguigni, ha appunto un effetto antinfiammatorio e analgesico.

Il servizio trasfusionale della Asl, diretto da Francesco Equitani (nella foto) ha il compito di governo nella produzione, qualificazione, distribuzione e assegnazione degli emocomponenti per le strutture afferenti all'azienda o convenzionate. E nel caso specifico «svolgiamo un lavoro di consulenza e di verifica ispettiva» - spiega proprio Equitani. Gli studi possono produrre emocomponenti autologhi per uso non trasfusionale, derivati da un prelievo di sangue non superiore a 60 millilitri per singola procedura e immediatamente applicati dopo la preparazione. Il servizio trasfusionale, invece, svolge controllo, monitoraggio, si occupa dell'addestramento e formazione dei sanitari coinvolti negli studi, oltre a registrare i prodotti e i pazienti per i quali sono impiegati, eventuali reazioni avverse. Unica nota stonata, i 1000 euro appena che vanno alla Asl su base annua. Ma si tratta di una tariffa regionale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero