False fideiussioni, otto arresti della Finanza. Perquisizioni anche a Latina

False fideiussioni, otto arresti della Finanza. Perquisizioni anche a Latina
Perquisizioni anche a Latina nell'ambito dell'operazione del del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma della Guardia di Finanza. Nell'ambito...

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Perquisizioni anche a Latina nell'ambito dell'operazione del del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma della Guardia di Finanza. Nell'ambito dell'operazione "Osella" sono state eseguite anche otto misure cautelari.   

L'attività investigativa riguarda false fideissioni e nasce da  una segnalazione di operazioni sospette pervenuta nel 2016 al Nucleo  per la prevenzione ed il contrasto del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, che ha svolto le successive indagini sotto la direzione del Gruppo reati societari della Procura  di Roma.

In particolare, nel corso dell'approfondimento dei flussi finanziari sospetti, è stata individuata una società operante nel settore finanziario rappresentata legalmente da una «testa di legno» privo di fonti di
reddito ufficiali, titolare di numerose partite IVA, parte delle quali relative a società fortemente indebitate. La conferma del ruolo di prestanome è stata ottenuta dagli inquirenti dopo aver sentito in atti i
curatori fallimentari, succedutisi nel tempo, della società fallita; inoltre, uno dei due rappresentati legali della società fallita è stato anche l'amministratore di un'altra società che ha emesso polizze fideiussorie false nei confronti di Enti pubblici (queste ultime facilmente rinvenibili su internet per la loro caratteristica di pubblicità nei
confronti di terzi), risultando però indicata da Banca d'Italia quale "Soggetto segnalato per garanzie rilasciate in assenza di abilitazione".

Oltre agli otto destinatari di misure cautelari sono indagati   ventiquattro "ausiliari esterni" degli intermediari finanziari, sparsi sull'intero territorio nazionale, utilizzati quali collaboratori delle finanziarie oggetto  dell'indagine.  


Agli indagati è stato contestato anche il reato di autoriciclaggio per circa 800.000 euro trasferiti su conti italiani ed esteri intestati a 14 società, riconducibili al capo dell'associazione, con sede in Italia, Malta ed Inghilterra. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero