Si è aperto ieri mattina il processo all'ex consigliere regionale Gina Cetrone, all'ex marito Umberto Pagliaroli e a tre componenti della famiglia Di Silvio:...
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L'imprenditrice di Sonnino e l'ex marito entrambi presenti in aula - secondo l'Antimafia, avrebbero ingaggiato i Di Silvio per compiere estorsioni ai danni di un imprenditore che aveva un debito nei loro confronti e per gestire alcune attività della campagna elettorale del 2016 per il rinnovo del Consiglio comunale a Terracina, elezioni nelle quali la Cetrone era candidata: affissione di manifesti e acquisto di voti.
A supporto di tale accusa gli investigatori hanno raccolto non soltanto una lunga serie di intercettazioni telefoniche ma anche le dichiarazioni di due pentiti, ex componenti del clan di Campo Boario. Si tratta di Agostino Riccardo e Renato Pugliese che ascoltati dai magistrati dell'antimafia nell'ambito del processo Alba Pontina del quale Scheggia è una costola hanno ricostruito nel dettaglio come si erano aggiudicati la gestione della campagna elettorale e come la Cetrone e Pagliaroli li avessero pagati per l'affissione dei manifesti, la difesa degli spazi di affissione e la compravendita di voti. Riccardo ha anche svelato che il rapporto tra i Di Silvio e Gina Cetrone risaliva addirittura a qualche anno prima, circostanza confermata da alcuni messaggi recuperati dagli investigatori.
Nel corso dell'udienza di ieri mattina il Tribunale ha ammesso le prove e le liste dei testimoni sia dell'accusa che della difesa oltre ad ammettere la costituzione di parte civile dell'associazione Caponnetto, costituzione alla quale si sono opposti i legali della difesa: Lorenzo Magnarelli, Oreste Palmieri, Cesare Gallinelli, Emanuele Farelli. Poi il rinvio al 2 ottobre prossimo quando il Tribunale conferirà al perito l'incarico per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche.
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Il Messaggero