Strade, scuole, più in generale opere pubbliche realizzate nel corso dei passati decenni su terreni di privati cittadini senza che la procedura di esproprio venisse...
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L'ultima in ordine di tempo riguarda alcuni terreni siti nelle strade via Vespucci, viale Le Corbusier, viale Nervi, interessati dal compimento di lavori di urbanizzazione da parte dell'ente pubblico di proprietà della Immobiliare Chimar srl che ha promosso un'azione giudiziaria davanti al Tar «sull'illegittimità dell'occupazione a seguito di una procedura espropriativa mai condotta a termine da parte dell'amministrazione» con conseguente richiesta di risarcimento danni che in una sentenza depositata nei giorni scorsi i giudici amministrativi hanno accolto. Il ricorso in esame è stato proposto per «l'accertamento dell'illegittimo protrarsi dell'occupazione dei terreni di proprietà della società, dell'intervenuta loro irreversibile trasformazione per effetto dei lavori di urbanizzazione della strada oggi denominata via Pietrosanti in assenza del decreto di esproprio» e chiedeva la condanna del Comune di Latina «al risarcimento del danno conseguente alla abusiva occupazione con interessi e rivalutazione».
La sentenza pubblicata nei giorni scorsi accoglie dunque il ricorso e dichiara illecita l'occupazione dei terreni della Chimar successiva alla scadenza del termine di occupazione legittima; così condanna l'amministrazione a determinarsi mediante acquisizione delle aree, corrispondendo alla ricorrente le somme ivi previste, da determinarsi secondo i principi di cui in motivazione o, in alternativa, restituire alla ricorrente i terreni occupati, previo ripristino dello stato dei luoghi o a risarcire in ogni caso il danno da occupazione illegittima. «È, infatti, incontestato si legge ancora nella sentenza - che l'amministrazione ha occupato i beni di parte ricorrente anche dopo la scadenza del termine di cinque anni decorrenti dalla data di immissione nel possesso dell'immobile. Il danno risarcibile è quello sofferto dalla parte ricorrente per l'illecita, prolungata occupazione dei terreni in questione, che, a partire dalla data indicata, sono stati sottratti alla disponibilità del legittimo proprietario, che, per ciò solo, non potendo trarre le utilità connesse al godimento del bene, ne ha sofferto pregiudizio sul piano patrimoniale».
Per i magistrati amministrativi si tratta di un illecito permanente, che perdura per tutto il tempo in cui si protrae l'occupazione illegittima, vale a dire fino al momento in cui l'Amministrazione non porrà fine alla situazione di illiceità, cosa che può fare soltanto risarcendo il danno. Così adesso, secondo quanto stabilito dai giudici del Tar si dovrà arrivare ad una determinazione del valore venale dei terreni attraverso un'intesa tra le parti che potranno eventualmente affidare il relativo incarico estimativo a un tecnico di comune fiducia, con oneri a carico del Comune. La trattativa, peraltro, è già in corso, si cerca un accordo sulla cifra. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero