Terracina, il candidato sindaco del Pd Alessandro Di Tommaso: «Siamo pronti per vincere»

Il candidato sindaco del Pd Alessandro Di Tommaso
Trentaquattro anni, una laurea in Scienze Politiche con una tesi su Aldo Moro, un lavoro come rappresentante commerciale in un’azienda agricola locale e la certezza che nel...

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Trentaquattro anni, una laurea in Scienze Politiche con una tesi su Aldo Moro, un lavoro come rappresentante commerciale in un’azienda agricola locale e la certezza che nel 2026 a Terracina si potrà stare tutti bene: Alessandro Di Tommaso, candidato sindaco del Pd sostenuto dalle due civiche ‘Terracina 2026’ e ‘Insieme a Te’, crede fortemente che a poco meno di un mese dall’appuntamento elettorale del 5 giugno la partita sia ancora tutta aperta e che la loro sia la campagna veramente differente grazie alla squadra che hanno messo insieme, “nomi, volti e competenze che sono il nostro valore aggiunto più importante”.  Alessandro Di Tommaso è giunto a questa candidatura con il bagaglio d’esperienza fatto direttamente sugli scranni del consiglio comunale di Terracina dove è arrivato forte dei 498 voti ottenuti con il Pd alle ultime amministrative del 2011. Un successo personale all’interno della più generale debacle del partito che in quell’occasione non arrivò al 10% delle preferenze.


Com’è cambiato il Partito Democratico di Terracina dal 2011 a oggi? “Sicuramente ha avuto la capacità di rinnovarsi nello spirito, di raggiungere la maturità seppur con una classe dirigente giovane- ci dice il candidato Di Tommaso- Sono molto contento del percorso che ci ha portati fino a oggi, veramente dalla A di Attanasio alla Z di Zappone siamo tutti parte di una stessa partita”. “Soprattutto- ci tiene a sottolineare- oggi il Partito Democratico ha superato qualsiasi tipo di divisione per quanto riguarda la provenienza di ciascuno di noi, c’è una convergenza totale sull’obiettivo da raggiungere”. Nel 2011 non era così? “Non eravamo pronti”.

Secondo lei quale è stato l’errore principale commesso dalla precedente amministrazione che lei, da sindaco, non farebbe mai?  “Il sindaco Procaccini non ha rappresentato la vera discontinuità rispetto al centro destra del passato, e anche adesso non lo sta facendo. La sua è stata un’amministrazione bloccata, non è avvenuta quella rivoluzione tanto annunciata. E questo perché è mancata una visione d’insieme della città”.

Cosa manca soprattutto alla città oggi? “Innanzitutto Terracina e i terracinesi hanno perso il senso di essere una comunità, ci si divide in bande di tifosi- dice Alessandro Di Tommaso- Sul lato delle infrastrutture è indietro su tutto, sulle scuole, sugli impianti sportivi, sulla viabilità. Negli anni la città si è sviluppata senza avere chiaro un punto di riferimento. Basti dire che manca un vero polo di interscambio tra le varie zone”.

Due battute su mercato settimanale, gestione dei rifiuti e Azienda Speciale. “Se andremo a governare sposteremo il mercato del giovedì dall’attuale location dopo aver individuato un’area che sia davvero consona e dotata dei servizi necessari. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti sicuramente va rivista la modalità perché oggi è aumentata la differenziata ma la bolletta dei cittadini non è diminuita. Quanto all’Azienda Speciale, noi aumenteremo gli investimenti per il sociale. Dopo aver mappato i reali bisogni dei cittadini ridistribuiremo i compiti e se l’Azienda Speciale non dovesse avere tutte le competenze le cercheremo all’esterno”.


La prima cosa che farebbe da sindaco? “Partiremmo riorganizzando la pianta organica del Comune in funzione del programma di governo, attraverso il consiglio comunale e non con delibere di giunta: questa sarà una vera rivoluzione”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero