Droga all'Icot, i vertici della struttura: «Pronti a costituirci parte civile»

L'ingresso dell'Icot
«Laddove questa indagine dovesse allargarsi e coinvolgere altri professionisti, ci costituiremo parte civile, perché il danno all'immagine scaturito da questo...

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«Laddove questa indagine dovesse allargarsi e coinvolgere altri professionisti, ci costituiremo parte civile, perché il danno all'immagine scaturito da questo episodio è per noi molto grave». Così il presidente del gruppo Giomi dell'Icot, Emmanuel Miraglia, commenta l'esito dell'inchiesta della guardia di finanza di Latina che nei giorni scorsi ha portato alla misura dell'interdizione dall'esercizio dell'attività professionale a carico di un medico della struttura.

Il terremoto provocato nell'azienda da questa indagine per droga ha portato i vertici a prendere posizione: «Non potevamo sapere né immaginare quanto accadeva - ribadisce Miraglia - Nel nostro comprensorio ci sono circa mille operatori tra medici e infermieri. Attualmente quello che conosciamo è un provvedimento del gip che ci dice di sospendere questo dottore. A questa ordinanza abbiamo prontamente dato riscontro sospendendo dal servizio il medico per un anno. Non ci sono però stati segnalati e notificati ulteriori provvedimenti che riguardano altri professionisti».

I vertici della struttura sanitaria, oltre al presidente Miraglia il direttore sanitario Angelo Boumis, il direttore amministrativo Roberto Ciceroni e il direttore d'istituto Giancarlo De Marinis, ribadiscono inoltre di non poter prendere, per legge, nessun altro provvedimento. «E' vietato fare controlli fra i dipendenti e gli operatori della struttura sanitaria - spiega ancora Miraglia - La legge non ce lo consente, tanto meno ci consente di licenziare o sospendere qualcuno sulla base di sospetti. Ma qui facciamo decine di interventi ogni giorno e l'immagine dell'istituto, per come è stata rappresentata in alcuni casi, lede il prestigio e l'onorabilità dei medici».

 

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Il Messaggero