Aveva solo 16 anni, appena compiuti, e un corpo esile, da ragazzina, con i capelli colorati e chissà quale dolore dentro. Viveva con la famiglia a Cisterna, città a...
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Desirée, un testimone: stava male, aveva attorno otto persone
«Desy era un angelo, aveva un modo tutto suo per esprimere la sua solarità. Schiva nel rapporto diretto con gli altri ma bella, bellissima». La racconta così Armando Mariottini, fratello di Ottavio, il sindacalista nonno della ragazza. Sono una famiglia molto conosciuta a Cisterna, benvoluta e rispettata. Desirée ha una mamma giovanissima e una sorellina di 5 anni, con le quali viveva. Non con il padre. I genitori sono separati da alcuni anni e questo è stato causa di sofferenze per la ragazzina. Ma nessuno riesce a spiegarsi in famiglia il perché del cambiamento repentino. Finita la scuola media si iscrive all'Istituto Agrario, ma non frequenta e poi lascia addirittura. Quest'anno doveva ripartire dal liceo Artistico, ma ad ottobre non si era ancora iscritta.
“La vita ti è stata troppo crudele – scrive la sua amica Chiara su Facebook – avevi solo bisogno di affetto... sappi ke io sono sempre con te anche se adesso sei lassù contro tutto e tutti come sempre». Forse ha ragione Veronika: “Le cose sono andate troppo in fretta, la tua vita è andata troppo in fretta e tu mi hai lasciata troppo in fretta”. Solo due frasi, ma illuminanti. La vita di Desirée precipitata nel gorgo. A fermarla non è servita neppure la segnalazione dei carabinieri che quindici giorni fa la individuano alla stazione delle Autolinee come la fornitrice di pasticche di Rivotril a due coetanee. Ora ci si interroga su come sia finita nella spirale della droga. Non risulta essere stata in cura al Sert. Né riusltano analisi positive in passato. E allora? Cosa è successo? Perché era finita a San Lorenzo? La situazione è precipitata nelle ultime settimane, ma nessuno ha ancora capito il perché. Cosa covava dentro? Cosa cercava a Roma che non poteva trovare a Cisterna? Tutto parte dalla stazione delle autolinee. E' lì che probabilmente prendeva il pullman per andare alla stazione e da lì a Roma. Sì, perché a quanto risulta, nelle ultime settimane ci era andata più volte. All'insaputa della famiglia. A cercare droga? Si aspetta l'esito degli esami tossicologici per avere la conferma di quanto raccontano i testimoni, e cioé che avesse assunto in sequenza psicofarmaci, crack, eroina. Fino ad essere uccisa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero