Appena rialzati dall’emergenza Covid e già di nuovo in ginocchio per maltempo. Sono gli operatori economici del lungomare di Latina che ieri mattina, a meno da una...
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I danni
Tutto distrutto o quasi. I titolari degli stabilimenti hanno tentato il possibile per correre ai ripari, anche di tuffarsi in mare vestiti per cercare di recuperare le attrezzature. A fine tempesta il lungomare è stato oggetto di un sopralluogo da parte dell’assessore all’Ambiente Roberto Lessio, del dirigente del competente servizio comunale, l’architetto Giuseppe Bondì, e del personale tecnico dell’ente. Foto e relazioni sono state poi condivise con il sindaco Coletta, mentre gli operatori si sono messi subito al lavoro per salvare il salvabile.
«Un disastro, assediati dal mare». Gianluca Boldreghini, nuovo titolare dell’hotel Fogliano, è stato in piedi tutta la notte e insieme ai suoi collaboratori è sceso in spiaggia, ma è stato tutto inutile: «L’arenile non esiste più – ha affermato -; abbiamo visto onde alte almeno due metri e mezzo che sono arrivate lunghe fino alla duna. Capisco tutto, il cambiamento climatico, i vincoli di tutela del Parco nazionale, ma se l’amministrazione, le istituzioni, non si prendono cura del territorio, per questo bellissimo litorale sarà la fine».
Tra gli stabilimenti più colpiti il Tulum. «Stiamo assistendo alla perdita di un bene collettivo qual è la nostra spiaggia – ha detto il titolare Sergio Caianello -. Al di là del danno che noi operatori subiamo, quanto accaduto è una perdita per tutti. Occorre una maggiore coscienza collettiva, una condivisione del tema. La soluzione tecnica esiste e sono le barriere soffolte come quelle che stanno a Foce Verde. Esiste una delibera regionale dello scorso anno, la 74, che stanzia cinque milioni e mezzo per il proseguimento delle opere rigide di Foce Verde. Oggi se ne sono andati altri 30/35 centimetri di sabbia, un’enormità. Un dato, rilevantissimo, che mette a rischio la duna. Non servono contrapposizioni, ma una condivisone del problema».
Allo stabilimento Amarylli il mare ha spazzato via quattro file di ombrelloni e l’acqua è arrivata fin sotto il chiosco, ha spiegato il titolare Roberto Diana. Stessa situazione “fotografata” al lido Marechiaro: «Chi più chi meno – ha affermato Carmine Imperatore – abbiamo avuto lo stesso tipo di danno, con il mare che per poco non ci portava via anche il chiosco». Ombrelloni, sdraio, lettini, passerelle spazzati via anche al Totem: «Due file di ombrelloni davanti e cinque ai lati – ha precisato il titolare David Bersani – e in queste condizioni siamo anche obbligati, in osservanza alla concessione, a dover garantire il servizio minimo».
«Credo che qui sia arrivata anche una tromba d’aria oltre che la mareggiata – ha commentato Andrea Calvani del Nausicaa -, perché i lettini sono arrivati fin sopra il tetto. I danni? Ogni ombrellone costa 150 più Iva, stesso dicasi per un lettino. E le attrezzature che non si sono disperse in mare sono state danneggiate. Saremo pronti a riaprire domenica, tempo permettendo perché le previsioni non sono rosee».
Tra le altre attività che hanno subito danni anche l’Hotel Mediterraneo.
Il confronto
Quando ieri sera il sindaco Coletta è arrivato sul lungomare ad attenderlo c’erano gli operatori balneari con i quali si è confrontato, alla presenza di alcuni consiglieri di opposizione. «Ho già parlato con i dirigenti – ha riferito il primo cittadino – e la prossima settimana saranno predisposti atti per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale. Questa è un’emergenza nell’emergenza e noi faremo il possibile. Anche per quanto riguarda il ripascimento faremo il possibile per accelerare: dopo sei mesi abbiamo finalmente i pareri degli organi competenti e quindi sarà possibile, a brevissimo, predisporre gli atti per la gara». Il sindaco ha infine promesso un’accelerata anche per l’intervento da 5,5 milioni di euro stanziati dalla Regione e la costituzione di una consulta, come richiesto dagli operatori, per le opere di tutela della costa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero