È una novità legata al decreto rilancio. I posti nelle terapie intensive che sono stati aumentati per l'emergenza Coronavirus resteranno aperti almeno fino a...
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Ne ha fatto cenno il direttore generale della Asl, Giorgio Casati, nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo ospedale del Golfo, rispondendo alle domande sui posti letto previsti in quella struttura e alla situazione generale del territorio. Ma anche sottolineando come, se davvero si dovesse arrivare a 80 posti in rianimazione l’impresa più grande sarebbe quella di trovare i medici.
Ogni 4 posti letto, infatti, servono sei specialisti in anestesia e rianimazione e sono una delle “merci” più rare nella professione medica. Il discorso è antico, mancando le borse di specializzazione si verifica - ogni anno - il problema che scarseggiano determinate figure.
Vedi anche » Medici e specializzazione, l'appello: «Borse insufficienti, fateci lavorare»
Anestesisti in primo luogo, ma anche medici di famiglia, pediatri (sia ospedalieri sia di libera scelta), radiologici e via discorrendo. Il rapporto è (sarebbe) di 6 rianimatori ogni 4 posti letto, vale a dire che solo per questa specialità servirebbero 120 medici. Difficile immaginare che avvenga, anche in considerazione del fatto che le unità di terapia intensiva per quanto attiene il Covid in provincia di Latina sono vuote ormai da tempo. Funziona, infatti, la risposta tempestiva sul territorio, prendere i casi positivi e trattarli subito evitando che la situazione si aggravi e sia necessario il ricovero in rianimazione.
Più che i letti di terapia intensiva, dunque, andrebbe riequilibrato il rapporto di posti generali per mille abitanti, a Latina al di sotto della media nazionale. Ne servirebbero 3 ogni 1000 abitante per gli acuti e 0,7 per i post acuti, siamo rispettivamente a 2,5 e 0,4 ma anche questo “numero” è destinato a essere modificato dopo l’emergenza Covid. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero