Coronavirus, in crescita positivi, ricoveri e "prevalenza": i dati che preoccupano

Coronavirus, in crescita positivi, ricoveri e "prevalenza": i dati che preoccupano
Da 11 a 11,46 nell'arco di una settimana. Un'impennata - legata a quella dei dati - che preoccupa i vertici della Asl di Latina Si tratta dell'indice di...

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Da 11 a 11,46 nell'arco di una settimana. Un'impennata - legata a quella dei dati - che preoccupa i vertici della Asl di Latina Si tratta dell'indice di prevalenza, vale a dire il numero di persone risultate positive per 10.000 abitanti. Al di sopra di 10 - quando le persone positive sono concentrate tutte in una zona - scatta la chiusura. Qui, per fortuna, esclusa Fondi che è stata zona rossa nel mese di marzo, non si corre questo pericolo ma c'è un trend preciso che fa tremare le vene ai polsi di chi sta seguendo l'emergenza. Se siamo arrivati a 11,46, di questo passo - al ritmo di positivi che si registrano in questi giorni - si salirà ancora. Non è un caso che sia il governo centrale a immaginare delle zone rosse mirate qualora i contagi continuino a salire in questo modo in Italia.


Vedi anche > Coronavirus, sindaco di Fondi racconta i giorni più duri: blocchi e controlli un’arma vincente

Ma c'è un altro dato sul quale riflettere, quello degli attuali positivi che sono passati nel giro di venti giorni da 49 a 82. Tanti erano, rispettivamente, l'1 agosto e ieri, con una crescita praticamente del 60%
Altra riflessione riguarda sempre lo stesso dato: 82 positivi c'erano a metà giugno - quindi due mesi fa - quando l'uscita dal tunnel sembrava ormai cosa fatta. Purtroppo non era - e nessuno si era illuso - e non è così.
Anche il dato sulle ospedalizzazioni fa preoccupare. Vero che non ci sono persone in terapia intensiva da mesi e che questa è stata una caratteristica di come la Asl di Latina ha affrontato l'emergenza, ma risultano attualmente ricoverati 36 pazienti, contro i 26 che c'erano ad esempio sempre l'1 agosto. La crescita, in questo caso, è pari al 72%. Ieri, per esempio, il numero dei ricoverati era pari a quello del 26 maggio.
Non serve molto altro per spiegare che la situazione è seria e chi dice il contrario nega l'evidenza.
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Il Messaggero