Coronavirus, Ponza e Ventotene chiedono lo stato di crisi. Polemica con Assonautica

Cala Inferno, sull'isola di Ponza
Hanno chiesto lo stato di crisi e un sostegno normativo ad hoc alla stessa stregua di quanto ha fatto la Regione Campania nei confronti delle sue isole. Sono le richieste che i...

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Hanno chiesto lo stato di crisi e un sostegno normativo ad hoc alla stessa stregua di quanto ha fatto la Regione Campania nei confronti delle sue isole. Sono le richieste che i sindaci di Ponza e Ventotene, Franco Ferraiuolo e Gerardo Santomauro, hanno avanzato al vice presidente della Regione Lazio Daniele Leodori nel corso delle fasi iniziali di un tavolo tecnico, svoltosi ieri in videoconferenza. I due Comuni isolani non dispongono di un servizio statistico vero e proprio ma sono impietosi i dati riguardanti il mese di aprile formalizzati dagli stessi operatori. Se Ventotene denuncia come sia andato in fumo un quarto dell'attività economica di un intero anno solare per l'annullamento dei campi scuola ambientali da parte di scuole che avevano prenotato da ogni parte d'Italia, a Ponza nel weekend di Pasqua e nel lungo ponte dal 25 aprile al 3 maggio si sono perse oltre 15mila presenze. Le perdite sono consistenti e la Regione può svolgere secondo le aspettative dei sindaci un'azione di pronto soccorso, sia sotto il profilo economico-finanziario che legislativo, a favore dell'intero comparto turistico in ginocchio per il coronavirus. Il tavolo tecnico promosso dai sindaci i può servire, dunque, a trovare un rimedio, tra la necessità di tutelare la salute di tutti e l'esigenza di non bloccare l'industria del turismo. Intanto che i rappresentanti di Ponza della Confcommercio Lazio Sud e della Federalgerhi isolana hanno avviato una serie di incontri con l'amministrazione comunale per avviare una comune riflessione sulle tematiche derivanti dall'impatto e dalla conseguenze provocate dal Coronavirus. Gli operatori economici e turistici di Ponza hanno presentato una piattaforma rivendicativa che coniughi la sicurezza e la salute pubblica e la necessità delle stesse attività produttive di ripartire.


LA PROPOSTA CHE DIVIDE
Una proposta che fa discutere e che porta il Consorzio Marina di Ponza e Palmarola a minacciare azioni legali contro Assonautica romana. Il motivo? Nei giorni scorsi il vice presidente dell'associazione per lo sviluppo del diporto e turismo nautico della provincia di Roma, Antonio Bufalari, ha spedito una lettera alla Regione Lazio con alcune proposte per ripartire dopo la quarantena dovuta al Coronavirus. Organizzare la fase due, insomma, fino al 18 maggio.

Tra queste, per motivi di sicurezza ed evitare possibili contagi (Ponza e Ventotene non ne hanno avuti) l'idea di «Valutare una limitazione spaziale alla navigazione, come la distanza di 3/6 miglia dalla linea di costa. Pertanto, potrebbe essere interdetta la navigazione nelle acque prospicienti le isole Pontine, per qualsiasi unità da diporto proveniente dalla terraferma o da altre isole, fatta eccezione per i natanti e le imbarcazioni attualmente ormeggiate nei porti, marine ed approdi delle isole». Il Consorzio degli operatori non ha perso tempo e ha scritto, a sua volta, al presidente di Assonautica Latina, Gianni Gargano: «I contenuti della proposta sono ritenuti fortemente discriminatori e lesivi per l'intero tessuto socio/economico delle isole pontine». Qualora la Regione attuasse le proposte «Assonautica sarà ritenuta responsabile in sede civile e penale di tutti danni occorsi alle imprese locali».
  
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Il Messaggero