È venuta ad un giovane di Priverno l'idea di realizzare una mascherina “wireless” che si tiene sul viso da sola. L'ingegnere Luciano Palleschi ha...
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La sua invenzione prevede che non ci siano elastici e lacci e che la mascherina, denominata Wi-Mask, sia adesiva e semplice da indossare. Il brevetto è stato depositato e a breve sarà possibile acquistarla. Fino ad allora, il creatore ci tiene a non svelare tutti i segreti del dispositivo e preferisce aspettare che le persone possano indossarla per capire il funzionamento e i benefici che porta con sé.
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«Per chi ha una routine giornaliera dispiegata tra casa e lavoro e per chi si sposta per incombenze e faccende di vario genere, indossare una mascherina “classica” può risultare scomodo - chiarisce -. Per questo, ho concepito un nuovo prototipo che non ha bisogno di essere sorretto da elastici e lacci. Altre soluzioni tecnologiche al momento segretate dal vincolo brevettuale, sono integrate nell’invenzione che la rendono al momento unica al mondo». Sicuramente sarà una novità nel panorama dei dispositivi di sicurezza necessari per contenere il virus prima dell'avvento del vaccino, divenuti ormai obbligatori negli spazi chiusi o negli spazi all'aperto in cui non è possibile garantire il distanziamento fisico. Tra le problematiche che va a risolvere la mascherina made in Latina c'è anche la durata. Wi-Mask, infatti, ha un utilizzo adesivo che a differenza di quanto si possa immaginare è garantito per 12 ore di utilizzo. «Wi-Mask – continua l'ingegnere - non sarà un semplice oggetto di design o inutile gadget, ma una soluzione efficace per la prevenzione da agenti patogeni e polveri sottili». Insomma, tra non molto questo nuovo prodotto sarà sul mercato e sarà possibile testarlo. Da quanto si apprende, al momento si stanno mettendo a punto gli ultimi test e requisiti previsti dalla normativa perché sia valida al 100%. «Vanno rispettati tutti i passaggi – conclude Luciano - prima di andare sul mercato. Si tratta della salute delle persone, questa rimane sempre la sfida prioritaria e fondamentale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero