La virologa dello Spallanzani: «Come difendersi al virus che sta cambiando il mondo» Domani il libro in regalo con Il Messaggero

Maria Capobianchi
Il tempo corre veloce, negli occhi strade vuote e silenzi surreali, escalation di angosce, il continuo aggiornamento della conta delle vittime, dei milioni di mascherine mancanti,...

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Il tempo corre veloce, negli occhi strade vuote e silenzi surreali, escalation di angosce, il continuo aggiornamento della conta delle vittime, dei milioni di mascherine mancanti, gli allarmi dei sanitari, molti sacrificati sul campo, nelle corsie d’ospedale. E una domanda che martella le menti: come sarà la vita dopo il Covid-19, o meglio Sars-cov-2, e soprattutto come e quando ne usciremo? Tante domande e poche risposte, tante morti e ancora poca luce sulle cause.

E’ per questo che Maria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell’Istituto “Lazzaro Spallanzani”, quello che il virus lo ha isolato, ha deciso di raccontare in un libro cos’è il “Coronavirus, come ci attacca, come difendersi”. E’ questo il titolo del libro a cura di Benedetta Moro, edito da Castelvecchi Editore, in omaggio oggi con l’edizione di Latina del Messaggero. 

C’è un’affermazione della virologa a pagina 44 che fuga ogni dubbio: “Non è possibile che il virus annienti la popolazione”. Un assunto che non mette al riparo nessuno, ma in qualche modo confina questa tragica esperienza che il mondo intero sta vivendo. Il libro è una lunga intervista che ti accompagna attraversando gli interrogativi con i quali conviviamo da gennaio, dall’individuazione del Coronavirus al microscopio all’espansione della pandemia. Maria Capobianchi è nata su un’isola, Procida, ha la caparbietà di chi è nato in mezzo al mare, racconta i momenti difficili della professione, la maternità quando era ricercatrice, la necessità di prendersi cura della figlia nata prematura e poi la forza di tornare in campo e le enormi soddisfazioni di questi anni. Ma soprattutto parla del virus che tanto ci spaventa: “Tutte le pandemie hanno un periodo in cui si espandono e si diffondono. Possono poi profilarsi i seguenti scenari, non necessariamente in contrasto fra loro: il virus si adatta alla popolazione e quindi diventa meno virulento; la popolazione diventa resistente oppure raggiunge la cosiddetta “immunità di gregge”, per cui si arriva a una quota di soggetti immuni tale da non sostenere la trasmissione. Non è possibile che il virus annienti la popolazione».


Spiega che ancora tanta strada devono fare gli scienziati prima di trovare un farmaco o un vaccino e si sofferma su quali strumenti abbiamo per difenderci. Si dovrà studiare, e si sta già facendo, l’origine del Coronavirus, a cominciare dal mercato di Wuhan, probabile luogo d’origine della diffusione. È da questo mercato che parte la Capobianchi, per indicare poi le modalità per evitare il contagio, gli scenari per arrivare a cure e vaccino, la collaborazione con gli istituti di ricerca di tutto il mondo e il lavoro del suo staff che ha isolato il virus in 48 ore e che è prevalentemente femminile, «perché la biologia è una scienza molto congeniale alle donne». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero