Coronavirus, a Latina funziona su una 95enne la terapia anti-artrite. «Intubarla era un rischio»

Una cura che sta funzionando, con risultati insperati persino su una donna di 95 anni. La terapia utilizzata per l'artrite reumatoide – usata su sedici pazienti positivi...

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Una cura che sta funzionando, con risultati insperati persino su una donna di 95 anni. La terapia utilizzata per l'artrite reumatoide – usata su sedici pazienti positivi al Covid 19 al “Santa Maria Goretti” di Latina e nelle altre strutture sanitarie della provincia pontina – fa registrare significativi miglioramenti. Il principio attivo Tocilizumab, utilizzato come si dice in gergo “offlabel” - cioè per una patologia diversa da quella prevista – interviene con successo sugli scambi respiratori. Se ne stanno rendendo conto anche in provincia di Latina, dove l'uso è partito, seguendo le linee guida «Su pazienti che non sono in fase avanzata di malattia ma hanno scambi respiratori compromessi, quelli per i quali utilizziamo il casco per intenderci» - come ha ricordato nei giorni scorsi l'infettivologa Miriam Lichtner, docente universitaria della Sapienza e dirigente delle Malattie infettive al “Goretti”.


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Tra questi c'era il caso dell'anziana ricoverata in medicina d'urgenza, positiva al test del coronavirus e destinata a peggiorare. Le indicazioni sono chiare, qui come nel resto d'Italia: «Ci siamo assestati su criteri di inclusione condivisi. Deve esserci un quadro grave di insufficienza respiratoria e il farmaco occorre a evitare che si arrivi all’intubazione». La rischiava anche la signora che a 95 anni lotta ancora tra la vita e la morte, solo che intubarla sarebbe stato un pericolo ancora più grande per la sua salute. La presenza di comorbilità poteva essere fatale.

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Da quando è scoppiata l'epidemia non è mancata la polemica sul fatto che gli anestesisti potessero essere chiamati a scegliere chi salvare e chi non. Qui la scelta è stata chiara: intubare la donna di 95 anni poteva avere conseguenze letali, mentre con il farmaco c'è ancora una speranza. Si vedrà nei prossimi giorni l'evoluzione della signora e quella degli altri pazienti per i quali si sta utilizzando questo medicinale che finora ha dato “un miglioramento nel 70% dei casi” - come ricordato dalla Asl, contribuendo a ristabilire i normali scambi respiratori, compromessi dalla polmonite.

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Il Messaggero