Coronavirus, discoteche mai riaperte, Moro: «Noi dimenticati, metà dei locali chiusi»

Coronavirus, discoteche mai riaperte, Moro: «Noi dimenticati, metà dei locali chiusi»
Dopo le restrizioni per la provincia di Latina imposte dalla Regione, visto l'acuirsi del numero dei positivi, a pagare il prezzo più alto sono i ristoratori e i...

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Dopo le restrizioni per la provincia di Latina imposte dalla Regione, visto l'acuirsi del numero dei positivi, a pagare il prezzo più alto sono i ristoratori e i gestori dei pub, questi ultimi in particolare stanno subito affrontando il problema della chiusura anticipata alla mezzanotte con il week end in corso che ha visto il 70% in meno di entrate e che, oltre a scrivere a Prefetto, Regione e sindaco di Latina ieri sera hanno lasciato, dopo le 24, le luci accese per protesta: «Un colpo durissimo per noi che stiamo cercando solo ora di risalire la china dopo il lock down» dice il presidente dell'associazione Isola che non c'è, Massimo Ceccarini. I ristoratori hanno invece avuto molte disdette sia per le cene che per le cerimonie vista la possibilità di far sedere solo 4 persone per tavolo con distanziamento di un metro, per un massimo di 20 avventori.

 

Vedi anche  > Protesta dei gestori dei locali della zona dei pub: aperti dopo mezzanotte ma senza clienti

 

Quindi una condizione non facile e non tutti riusciranno a reggere il colpo. C'è però d'altro canto, un settore che non si è mai più ripreso e non ha mai più potuto riaprire, quello delle discoteche. A riaccendere i fari sul problema è il presidente del Silb della provincia di Latina, Virginio Moro. «Capisco che per tutti è un momento molto difficile, chiudere a mezzanotte per i pub non è sicuramente facile, ma voglio segnalare che noi non abbiamo mai riaperto. Nessuno si è più curato del mondo della notte, di coloro che gestiscono locali molto grandi, spesso in affitto, e per cui le spese sono rimaste invariate, ma le entrate non ci sono dal mese di marzo. Tanto che delle 40 discoteche presenti sul territorio provinciale, solo in 20 potrebbero tornare ad aprire, tutte le altre hanno deciso o di chiudere definitivamente o di cambiare tipo di attività», denuncia Virginio Moro che fornisce anche alcuni dati italiani: «Solo in questo ultimo periodo sono 400 quelle che hanno chiuso, soprattutto perché tanti sono in affitto e i locali sono molto grandi, si parla di cifre sopra i 2 o 3 mila euro al mese, senza dimenticare le tasse che sono comunque da pagare. Non conviene più considerando che abbiamo preso solo circa 2 mila euro a fondo perduto come aiuto da parte del Governo». Inoltre l'indotto del mondo della notte ha subito un duro colpo anche per chi lavora dentro le discoteche, non solo i gestori, ma anche i dj, i ragazzi della sicurezza, i barman.
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Il Messaggero