Coronavirus, parla la consigliera comunale di Latina in quarantena dopo contatto con paziente contagiato

Coronavirus, parla la consigliera comunale di Latina in quarantena dopo contatto con paziente contagiato
Autoreclusa in mansarda per il nuovo coronavirus. Computer, televisione, cellulare e, soprattutto, l’amata macchina da cucire a farle compagnia. Ecco come sta vivendo la...

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Autoreclusa in mansarda per il nuovo coronavirus. Computer, televisione, cellulare e, soprattutto, l’amata macchina da cucire a farle compagnia. Ecco come sta vivendo la quarantena Maria Grazia Ciolfi, consigliere comunale di Latina bene comune. Spirito alto, fisicamente nessun problema, ma, certo, ora dovrà passare i canonici quindici giorni, isolata anche dalla sua stessa famiglia: tutti utensili monouso, e i pasti lasciati fuori dalla porta. Ma cosa è accaduto? La Ciolfi non è solo consigliera comunale, molto impegnata, soprattutto come delegata alla Marina, ma, nella sua vita professionale, è medico dell’Ospedale Santa Maria Goretti.


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In particolare, è radiologa. Come tale, frequenta anche i locali del Pronto soccorso. Come tre giorni fa, quando in quei locali è transitato il paziente di Latina risultato positivo al nuovo coronavirus: «Sono tranquillissima e sto bene, si tratta solo di una misura precauzionale - esordisce - In quelle ore ero in turno - racconta - e, per un caso urgente i cui esami necessitavano della mia presenza, sono transitata per i locali del pronto soccorso nel momento in cui era presente il paziente. Non ho interagito con lui, non ho svolto alcuna procedura su di lui, ma è stato reputato opportuno mettere in quarantena tutte le persone presenti nei turni in cui era presente il paziente».

Le è stato praticato il tampone? «No, perché occorrerebbero minimo 48 ore e comunque le procedure non lo prevedono in assenza di sintomi». La Ciolfi non ha comunque perso la sua prontezza di spirito: «Ho la mia macchina da cucire, una passione scoperta dopo che sono diventata medico: mi sarebbe piaciuto diventare stilista. Mi dispiace ora solo non poter dare direttive sul Pua (Piano per l’utilizzo dell’arenile, ndr); lo farò tramite computer». Sulla sua pagina Fb iniziano a comparire i primi post di supporto: c’è chi le dice «Professionalità e senso civico» e chi la ringrazia «per la sua correttezza». La preoccupazione per la sua salute ha colpito anche i colleghi d’aula, anche in conseguenza del fatto che martedì la Ciolfi era presente in commissione.


Ieri si è svolta una conferenza dei capigruppo, in cui il sindaco, Damiano Coletta, che è cardiologo, in contatto telefonico con la dirigente del Dipartimento Sanità pubblica e Malattie infettive della Asl, Miriam Lichtner, ha rassicurato, confermando che nelle 48 ore successive a un possibile contatto il virus non è comunque trasmissibile. Coletta ha anche confermato ai capigruppo che il paziente pontino potrebbe avere contratto il virus per la vicinanza a persone del nord Italia, e non sarebbe quindi un paziente zero, escludendo quindi il rischio che Latina diventi zona rossa. Intanto però, la conferenza dei capigruppo ha comunque ragionato su possibili azioni da prendere in caso, in futuro, la situazione lo richieda. Tra le prime ipotesi, ancora da vagliare, quella di svolgere le commissioni non più in sala Rita Calicchia, ma in sala De Pasquale, che è molto più grande, per potersi distribuire a maggiore distanza l’uno dall’altro, o quella di svolgere sedute a porte chiuse. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero