Coronavirus, avvocato di Latina positivo allo Spallanzani: allarme in Tribunale

Coronavirus, avvocato di Latina positivo allo Spallanzani: allarme in Tribunale
Adesso anche il Tribunale di Latina trema per il Coronavirus. Da ieri infatti un avvocato del foro pontino è ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma per...

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Adesso anche il Tribunale di Latina trema per il Coronavirus. Da ieri infatti un avvocato del foro pontino è ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma per accertamenti relativi ad una possibile sindrome respiratoria legata al virus che da qualche settimana si sta diffondfendo. Da quanto si apprende l'esito del tampone è stato positivo.



Il professionista una settimana fa era partito per una località sciistica della Valle d'Aosta ma già al momento della partenza non stava bene, aveva la bronchite e tale stato di malessere non si è attenuato, al contrario. Così durante il viaggio di ritorno ha deciso di telefonare al suo medico curante per fargli conoscere le sue condizioni di salute e sapere come comportarsi. Così ieri mattina, proprio su iniziativa del medico, una ambulanza biocontenitiva si è recata a Cori, dove il legale si trovava, lo ha prelevato e portato presso il nosocomio romano dove si trova ricoverato. Una situazione che ha allarmato gli avvocati pontini che quotidianamente frequentano il Tribunale così come il collega. E ci si domanda se sia sufficiente la semplice sospensione delle udienze decretata per due settimane a limitare i rischi di un eventuale contagio. «Avevo chiesto fin dall'inizio al Ministero spiega il commissario straordinario dell'Ordine degli avvocati Giacomo Mignano l'interruzione totale delle attività giudiziarie ma ho ricevuto una risposta negativa. Ogni giorno in Tribunale entrano e transitano dalle 700 alle mille persone alle quali aggiungiamo dipendenti e magistrati, un numero talmente elevato che non consente davvero di tenere sotto controllo la situazione. Abbiamo cercato di limitare le possibili ed eventuali forme di contagio con la sospensione delle attività non fondamentali e l'utilizzo di un gruppo di avvocati che ogni giorno va in aula a dichiarare l'astensione per conto dei colleghi. Resto convinto che sia necessario, vista la situazione, bloccare l'attività del Palazzo di giustizia».

Elena Ganelli
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Il Messaggero