Operatori non sanitari negli ospedali, il sindacato Clas: «Troppi rischi, serve screening»

Davide Favero
«Una discriminazione sul luogo di lavoro e rischi per la salute per tutti i lavoratori che operano nelle strutture ospedaliere del Lazio in servizi di carattere non...

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«Una discriminazione sul luogo di lavoro e rischi per la salute per tutti i lavoratori che operano nelle strutture ospedaliere del Lazio in servizi di carattere non sanitario, i quali non sono sottoposti a periodico screening e tampone anti Covid-19, come accade invece per il personale sanitario».  



La denuncia arriva dal presidente nazionale del sindacato Clas, Davide Favero, che in una lettera inviata al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e all’assessore alla sanità, Alessio D’Amato, chiede che ai lavoratori addetti ai servizi di pulizia, sanificazione, ausiliarato, portantinaggio e mense presso tutte le strutture ospedaliere del Lazio, venga esteso lo screening con l’esecuzione di test periodici così come la Regione prevede per il personale sanitario e sociosanitario. Tutto questo anche alla luce del nuovo boom di contagi Covid che si registra in questi giorni tra gli infermieri.      



«Sono lavoratori – scrive Favero alla Regione -  impegnati quotidianamente nello svolgimento di appositi e delicati servizi senza uno screening frequente, non avendo garantita, di fatto un’adeguata tutela della salute e sicurezza sul posto di lavoro. Il monitoraggio attraverso lo screening, consentirebbe di operare all’interno delle strutture sanitarie, pubbliche e private, tutelando non solo la stessa salute degli operatori da un possibile contagio Covid-19, ma anche la salute delle persone che hanno con loro un contatto ravvicinato come degenti, personale sanitario e familiari»

Per questo si chiede alla Regione di intervenire «in maniera tempestiva e risolutiva per evitare il rischio di estensione dei contagi da Covid-19 all’interno delle strutture sanitarie e il blocco di servizi essenziali».

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Il Messaggero