«Sono i nostri eroi, gli angeli che ogni giorno combattono al fianco degli italiani. Ci fate sentire partecipi ed artefici di questa grande lotta contro un nemico cattivo da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Pesce, primo maresciallo infermiere, sottoufficiale dell’esercito al 17esimo Reggimento artiglieria Controaerei “Sforzesca” di stanza a Sabaudia, da oltre due settimane è arrivato nel Basso Lodigiano per aiutare un territorio che dallo scorso 21 febbraio lotta con le proprie forze contro il Covid-19. «E’ una situazione molto difficile – racconta Vincenzo, che è di Fondi, ma vive con la sua famiglia a Monte San Biagio – La nostra base operativa è a Lodi, dove hanno creato delle strutture per gli ambulatori, in pratica quello che è il medico di base al posto dei piccoli pronto soccorso. Non ci sono orari, lavoriamo h24, la mattina in ambulatorio, mentre il pomeriggio ci sono le Rsa, le case di riposo di assistenza per gli anziani, che sono purtroppo i più colpiti. Mi mancano tanto i miei affetti. Riusciamo a comunicare tramite la caserma, ma viviamo tutti con uno stato d’ansia e di agitazione. Il nostro, si sa, è un lavoro delicato».
Sposato con Annunziata, casalinga, Vincenzo ha due figli: Riccardo, del 2002, esterno alto della prima squadra del Fondi e la più grande è Lucrezia, 23 anni. E una missione all’estero in Kosovo dopo il periodo della guerra, dove svolgevamo servizio di peacekeeping (mantenimento della pace). «Lì avevi a che fare con un nemico vero, qui ti trovi a lottare contro un nemico invisibile che ti colpisce e ti fa male», prosegue Pesce, che opera insieme ai colleghi anche delle altre forze armate nelle zone rosse di Codogno (tristemente nota per essere stato il paese focolaio del virus), Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo e Somaglia. Le tute mimetiche hanno cominciato a confondersi con i camici e le mascherine di protezione necessari per visitare i malati. Ventuno anni di carriera lavorativa al Celio, nel Policlinico militare dell’Esercito Italiano di Roma e undici a Sabaudia. Sul piano prettamente sportivo, invece, ha collaborato per una decina d’anni, sempre come massaggiatore, col Monte San Biagio fino alla Prima Categoria, prima dell’approdo tre anni fa nel Fondi, club nato dopo i fasti dell’Unicusano tra serie D e Lega Pro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero