Cori ricorda il brigadiere Lucarelli, ucciso dai terroristi dei Nar 40 anni fa

Cori ricorda il brigadiere Lucarelli, ucciso dai terroristi dei Nar 40 anni fa
Il Comune di Cori ha commemorato oggi - 26 novembre - il brigadiere Ezio Lucarelli ucciso dai terroristi 40 anni fa a Milano. Il  sindaco Mauro De Lillis ha deposto...

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Il Comune di Cori ha commemorato oggi - 26 novembre - il brigadiere Ezio Lucarelli ucciso dai terroristi 40 anni fa a Milano. Il  sindaco Mauro De Lillis ha deposto una  corona  presso l’area verde di via della Resistenza, a Giulianello, frazione della quale il carabiniere era originario. Dal 2016 quell'area è intitolata al militare vittima del terrorismo. Insieme al primo cittadino erano presenti rappresentanti dell’amministrazione comunale, il comandante della stazione dei carabinieri di Cori Ugo Scotti, rappresentanti dell’associazione Carabinieri in congedo di Rocca Massima (la cui sede è anch’essa intitolata a Ezio Lucarelli), e Mauro Lucarelli, nipote del militare tragicamente scomparso.

Vedi anche > Carabiniere "Atleta dell'anno" di tiro a volo, il sindaco di Cori lo premia

Il brigadiere nato a Cori il 2 luglio 1945, fu ucciso mentre, insieme ad altri appartenenti dell’Arma, stava compiendo una perquisizione in una carrozzeria nell’ambito di indagini su un sequestro di persona. I militari stavano procedendo all’identificazione dei presenti, quando due giovani aprirono il fuoco uccidendo il brigadiere Lucarelli e ferendo un altro componente dell’equipaggio, il maresciallo Giuseppe Palermo. I processi accerteranno che responsabili del fatto erano esponenti del gruppo di estrema destra denominato “Nuclei armati rivoluzionari” (Nar), che qualche giorno prima avevano compiuto a Treviso una rapina per autofinanziamento.

 «È importante – ha sottolineato il sindaco Mauro De Lillis - mantenere viva la memoria sulla figura di Ezio Lucarelli, che 40 anni fa moriva prestando servizio per il proprio Paese in difesa dell’ordine democratico. Ci sarebbe piaciuto poter condividere la celebrazione con le scuole così da far conoscere ai più giovani il nostro concittadino, ma l’attuale pandemia non ce lo ha permesso».    

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Il Messaggero