Caracola Lab, dove ci si confronta e si lavora a maglia

Caracola Lab, dove ci si confronta e si lavora a maglia
A Latina è nato un nuovo spazio di aggregazione e inclusione...

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A Latina è nato un nuovo spazio di aggregazione e inclusione che punta a recuperare ritmi lenti e pensieri pacati attraverso l'arte del lavoro a maglia e non solo. "Caracola Lab" è il nome del locale che l'omonima associazione culturale ha inaugurato giovedì scorso alle 18 in via Padre Reginaldo Giuliani 18. Un luogo per "fare insieme" maglia, uncinetto, cucito, ricamo e altre attività culturali, ma soprattutto uno spazio per confrontarsi e regalarsi momenti di spensieratezza, allontanare lo stress e favorire il benessere psicofisico.

«I ferri sono da sempre il mio grande hobby, inizialmente lo coltivavo nella mia stanza. spiega Pina Di Viccaro, ideatrice del progetto - Qualche anno fa ho conosciuto Corrado Tataan Tangucci, un ragazzo che condivideva la mia stessa passione e apparteneva all'associazione Magliuomini, che riunisce uomini che fanno la maglia. Si è sempre battuto contro gli stereotipi di genere come quello che considera il lavoro ai ferri "roba da donna". Con Corrado e le mie amiche ci riunivamo in un locale che poi è stato venduto. Lo chiamavamo "il garagetto", era un po' la mia "casa sull'albero". Dopo l'improvvisa morte di Corrado ho deciso che dovevo trovare un altro spazio, dovevo farlo anche per lui. E così ho affittato questo nuovo locale, un negozio espropriato. E' un luogo un po' magico, tanti anni fa ospitava un laboratorio di abiti da sposa e accanto c'era uno dei primi negozi di filati di Latina. Non è stato facile prendermene cura perché recentemente aveva ospitato un'attività di rosticceria. Ma oggi è finalmente pronto e accogliente». "Caracola" in portoghese significa "chiocciola", il logo, infatti, richiama in maniera stilizzata sia la chiocciola che un gomitolo per mettere in evidenza le due parole più rappresentative di questa nuova realtà culturale: la "lentezza" e il "filo". «Siamo sempre ossessionati da una vita frenetica, e questo genere di attività ci riporta un po' al passato, alla manualità che stiamo perdendo e a ragionamenti più pacati che in quest'epoca vengono in secondo piano. Io porto i ferri sempre con me, le persone si incuriosiscono ma mi dicono sempre "non ho tempo". Ma - conclude Pina Di Viccaro - questa attività il tempo te lo regala».

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Il Messaggero