Botte alla compagna con la figlia in braccio, entrambe all'ospedale Goretti

Botte alla compagna con la figlia in braccio, entrambe all'ospedale Goretti
Un vero e proprio pestaggio, senza pietà. Neanche per una bimba di appena tre anni, disabile, che piangeva disperata tra le braccia della propria madre. E' accaduto...

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Un vero e proprio pestaggio, senza pietà. Neanche per una bimba di appena tre anni, disabile, che piangeva disperata tra le braccia della propria madre. E' accaduto tutto nella tarda serata di venerdì a Latina Scalo.

Gli agenti della Volante sono intervenuti in via Epicuro e solo il loro intervento ha potuto mettere in salvo la donna e la piccola. In manette, per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravati dalla presenza di minori, è finito un 25enne di origine congolese, Gedon M.L.

I poliziotti hanno raggiunto l'abitazione dopo la segnalazione di una violenta lite in famiglia. E quando sono entrati nell'appartamento si sono trovati di fronte all'uomo che picchiava con violenza la propria convivente di 44 anni che teneva in braccio la loro figlia di tre anni, affetta da patologie psichiche, che piangeva e gridava per la paura.
L'uomo continuava a colpire la compagna con calci e pugni al basso ventre. Il pestaggio è stato bloccato dagli agenti e l'uomo è finito in manette.

Madre e figlia sono state trasportate subito al pronto soccorso dell'ospedale Goretti di Latina. La donna ha una prognosi di 15 giorni, mentre la bambina è stata ricoverata nel reparto di pediatria. Gli accertamenti successivi e le testimonianze di altri condomini della palazzina di via Epicuro hanno consentito agli uomini della squadra volante di scoprire che il 25enne aveva già avuto in passato comportamenti particolarmente aggressivi e violenti nei confronti della convivente, ma la donna non aveva mai denunciato perché spaventata dalle minacce.
Nella stessa sera gli equipaggi della volante hanno fermato un algerino di 39 anni in via Grassi. L'uomo, trovato in possesso di 4,75 grammi di hashish, è stato denunciato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero