LATINA - E' uno di quei passaggi che quando si parla di urbanistica imbarazza il Pd. Nel dicembre 2012 quando arriva in Consiglio comunale la delibera degli...
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'unico che vota no è Marco Fioravante entrato in Consiglio con il Patto e poi confluito nel Pd. E' l'unico che da mesi continua a sostenere che non ha senso procedere per interventi spot senza un disegno complessivo. «Noi come pensiamo di sviluppare la nostra città? - aveva detto in Consiglio mesi prima - Oggi vediamo questo piano complessivo (quello dell'edilizia economia e popolare, ndr) e ben venga, domani affrontiamo i contratti di quartiere, vediamo il piano casa, immaginiamo le zone periferiche, i nuclei abusivi», ma sono «tutti frammenti che,, non utilizzati l'uno con l'altro rischiano di fare un mosaico incommestibile». Un ragionamento che non fa una piega e che puntualmente si è verificato.
Eppure il Pd si astiene. Per quale motivo? All'ultimo secondo di quel consiglio viene inserito e approvato dalla maggioranza nel documento di programmazione un emendamento del consigliere comunale Pd Maurizio Mansutti. Talmente all'ultimo momento che viene scritto a mano (e viene informatizzato e allegato alla delibera proprio così, scritto a mano). L'emendamento lo votano praticamente tutti, centrodestra e centrosinistra. Lç'unico che si astiene è il solito Fioravante. C'è un nesso tra l'ok all'emendamento e l'astensione al voto finale? E perché al Pd interessava l'emendamento che riguarda Borgo Isonzo? E' il recupero di una delibera di consiglio comunale del 1974: «Proposta di riqualificazione urbanistica di iniziativa privata del comprensorio ”Borgo Isonzo”», all'epoca presentata «a cura dei proprietari residenti e degli operatori economici insediati». Prevede una perimetrazione allargata del Borgo in cui le aree libere vengono considerate di completamento, e quelle del centro del borgo come aree di ristrutturazione. Nel comprensorio 476 mila metri quadrati vengono considerati di completamento. Il via libera è bipartisan, il Pd vota con il centrodestra. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero