Boom del denaro sporco, più 18% di operazioni sospette in provincia di Latina

La presentazione del rapporto mafie a Latina
Soldi che arrivano da chissà dove, usati per operazioni pulite che probabilmente tali non sono. Nella poco piacevole classifica delle operazioni finanziarie sospette,...

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Soldi che arrivano da chissà dove, usati per operazioni pulite che probabilmente tali non sono. Nella poco piacevole classifica delle operazioni finanziarie sospette, Latina è la seconda provincia del Lazio - dopo Roma - a finire tra i dati dell'unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. Le operazioni che i direttori degli istituti di credito segnalano per avvertire che qualcosa non quadra e dopo le quali, spesso, si avviano indagini di polizia giudiziaria.


Perché dietro i soldi facili, c'è sempre la mano della criminalità organizzata. Come ricorda Giampiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio sicurezza e legalità della Regione Lazio: «I dati confermano l'allarme lanciato nell'ultima relazione della Dia in cui Roma e il Lazio sono rappresentati come polo di attrazione per le mafie - dice - Le operazioni sospette infatti riguardano principalmente le attività di riciclaggio connesse alla criminalità organizzata ed in parte alla corruzione e all'evasione fiscale, fenomeni di frequente intrecciati fra loro. Il riciclaggio svolge una funzione inclusiva dei criminali nella vita sociale ed economica e realizza un perverso intreccio fra soggetti e risorse legali e illegali». Per questo a Latina e provincia c'è da preoccuparsi. Il Lazio si colloca al terzo posto tra le regioni italiane per il 2018, dopo Lombardia e Campania, e fa registrare 9.545 operazioni finanziarie sospette. Di queste la stragrande maggioranza si concentra ovviamente a Roma (7.943 segnalazioni), subito dopo c'è Latina con 714, Frosinone 518, Viterbo 232, Rieti 132. La cosa più preoccupante è che in provincia di Latina si verifica l'aumento più rilevante nella regione con 110 operazioni in più rispetto al 2017, più 18%.


«Le mafie tradizionali privilegiano la scelta di investire con profitto i capitali di provenienza illecita a Roma e nel Lazio - aggiunge Cioffredi - il sistema delle imprese deve avere maggiore consapevolezza dei rischi che la penetrazione criminale produce sul tessuto economico con effetti capaci di sviluppare una forza disgregante dei valori civili in danno dell'economia sana».
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Il Messaggero