Beach Litter: esperimento a Fondi per sondare la presenza di plastica sulle spiagge

L'iniziativa dei volontari di Legambiente a Capratica
Che tipo di rifiuti affligge le spiagge del litorale di Fondi? Quant'è preoccupante la presenza di plastica e come fare per contrastare il fenomeno? Sta provando a...

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Che tipo di rifiuti affligge le spiagge del litorale di Fondi? Quant'è preoccupante la presenza di plastica e come fare per contrastare il fenomeno? Sta provando a rispondere a queste ma anche ad altre domande il circolo Intercomunale di Legambiente "Luigi Di Biasio" che ha aderito ad un'iniziativa nazionale particolarmente interessante dal punto di vista ambientale.

"Beach Litter": come funziona l'iniziativa di citizen science 

L'impresa, denominata "Beach Litter", si propone di analizzare 100 metri di spiaggia per campionare e studiare la tipologia di rifiuti nascosti tra duna e battigia. Per questa iniziativa di citizen science, termine con il quale vengono classificate le ricerche scientifiche alle quali partecipano i privati cittadini, è stato scelto l'arenile di Capratica, la spiaggia più meridionale della città che confina con il vicino comune di Sperlonga.

«Abbiamo preso in considerazione solo gli oggetti con dimensione maggiore di 2,5 cm - spiega la presidente del circolo intercomunale Paola Marcoccia - i vari rifiuti sono stati contati, catalogati e digitalizzati dai volontari secondo un protocollo scientifico riconosciuto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, a cui ogni anno vengono inviati i dati dell’indagine. Tutti i dati, raccolti a Fondi e nelle altre spiagge d'Italia, saranno poi studiati e presentati in un rapporto nazionale».

Non è l'unica iniziativa di citizen science di Legambiente, famoso anche il progetto "Vele Spiegate" che riguarda invece il marine litter ovvero la presenza di rifiuti non sulle siagge ma in mare.



Attesa per il rapporto nazionale di "Beach Litter" 2020
Cosa è emerso? Da una parte la presenza massiccia di microplastiche, dall'altra la necessità di migliorare gli standard degli impianti di depurazione.

«Analizzando la tipologia e la quantità dei rifiuti spiaggiati si comprende meglio il problema dei rifiuti - prosegue Marcoccia - e permette di accendere i riflettori sulla loro scorretta gestione a monte. La principale causa dell’elevata e drammatica presenza dei rifiuti in mare e di quelli spiaggiati risiede nelle attività condotte sulla terra ed è proprio da qui che dobbiamo partire sollecitando serie politiche di prevenzione, accompagnate da una virtuosa raccolta differenziata e dal miglioramento della depurazione».

Sul podio dei rifiuti trovati nel tratto monitorato a Capratica ci sono i frammenti di plastiche, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione, come anelli, tappi di plastica e cotton fioc.



«Questi piccoli rifiuti - conclude la stessa - finendo in mare hanno un forte impatto su tartarughe, mammiferi marini e uccelli, in quanto possono ferire o essere ingeriti. Il problema aggiuntivo è che i rifiuti non scompaiono ma, ad opera degli agenti atmosferici, si frammentano in rifiuti sempre più piccoli difficili da rimuovere, le cosiddette microplastiche. Così trasformati i rifiuti hanno via facile anche per entrare nella catena alimentare ed esserci restituiti nel piatto» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero