Latina, fugge dai suoceri violenti: la bloccano sulla Pontina e le rapiscono la figlia di 3 anni

Per entrambi sono scattate le manette: rapina e lesioni personali

Latina, fugge dai suoceri violenti: la bloccano sulla Pontina e le rapiscono la figlia di 3 anni
Fuggiva da suoceri violenti e oppressivi. E da un compagno che non era quel principe azzurro che si era immaginata. Una famiglia difficile, che viveva di espedienti,truffe e...

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Fuggiva da suoceri violenti e oppressivi. E da un compagno che non era quel principe azzurro che si era immaginata. Una famiglia difficile, che viveva di espedienti,truffe e prepotenze. Ma lei voleva un futuro più tranquillo per sua figlia di 3 anni, per questo ieri aveva deciso di scappare da Cisterna di Latina, a sud di Roma per tornare in Emilia Romagna, dai genitori: 600 chilometri e sei ore di viaggio in auto verso una vita migliore, normale. Ma appena partita, l'incubo: i due suoceri l'hanno inseguita in macchina e raggiunta, tagliato la strada costringendola a fermarsi poco prima di un distributore sulla Pontina, ad Aprilia. Una scena assurda sotto gli occhi di decine di automobilisti. I due sono scesi e la situazione è degenerata: urla, spintoni, accuse. L'hanno tirata fuori dalla vettura a forza, sono volati schiaffi. Poi le hanno portato via l'auto e la bambina. Lasciandola sulla strada: senza la figlia, senza l'auto, senza telefono, né documenti. Sola, ferita e umiliata.

Ragazza violentata dal fratello, la presunta vittima accusa il ragazzo (che finisce a processo). La famiglia: «Non è vero»

LE INDAGINI

Partiamo dalla fine: i due suoceri sono in carcere, accusati di rapina e lesioni personali. E una denuncia per sottrazione di minore. Sono stati gli agenti della questura di Latina, diretti dal questore Raffaele Gargiulo, a chiudere nel giro di un'ora le indagini. A chiamare i poliziotti è stata un'automobilista che aveva notato il trambusto e ha avuto coraggio: «Correte, si stanno picchiando in strada». La volante è arrivata quasi subito ed è servita tutta la sensibilità degli agenti per convincere la donna, 29 anni, a raccontare cosa era successo. Ed è stata un fiume in piena.

Ha raccontato del clima di vessazione che ormai da anni subiva, da quando era rimasta incinta di quell'uomo difficile, con un passato turbolento e un presente tutt'altro che roseo. E quei suoceri violenti: lui, 49 anni, con una sfilza di precedenti per furto, rissa e ricettazione, lei stessa età e stessi trascorsi, a suo carico perfino un'evasione. Entrambi senza lavoro e senza reddito. La ragazza era diversa: figlia di operai, aveva accettato di restare a casa per badare alla bambina, ma non era più disposta a subire le umiliazioni di compagno e suoceri. Le hanno riso in faccia quando ha annunciato che se ne tornava a casa.

LA DECISIONE

Mercoledì la donna però ha trovato il coraggio, ha prelevato la figlia all'asilo e si è messa in viaggio, ma è riuscita a fare pochi chilometri. I suoceri la stavano già seguendo. I poliziotti del commissariato di Cisterna, sotto la guida del dirigente Riccardo De Sanctis, hanno trovato i due quarantanovenni a casa, in una borgata di Cisterna di Latina, con la nipote. Non si sono scomposti alla vista degli agenti. «Che cosa abbiamo fatto?». Per entrambi sono scattate le manette: rapina e lesioni personali. Sarà il gip a valutare se si sia concretizzato anche il reato di rapimento, al momento la Procura di Latina ha contestato ai due oltre alla rapina la sottrazione di minore. L'uomo è in carcere a Latina, la donna a Rebibbia. Ora sotto la lente degli investigatori del commissariato di Cisterna finirà anche il marito: bisognerà capire cosa sia accaduto in questi anni, se la donna abbia subito maltrattamenti o peggio. Di certo sono stati anni di paura. Ora ha iniziato a intravedere un futuro per sé e la sua piccola: è stata portata in una struttura protetta con la figlia, ha ribadito che non vuole vedere il compagno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero