Attentato al Parco del Circeo: Scavazza condannato a 3 anni

Attentato al Parco del Circeo: Scavazza condannato a 3 anni
Tre anni di carcere ed un risarcimento danni di 50mila euro a favore dell'Ente Parco del Circeo. Questa la condanna a carico di Giovanni Scavazza, l'uomo che circa un anno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tre anni di carcere ed un risarcimento danni di 50mila euro a favore dell'Ente Parco del Circeo. Questa la condanna a carico di Giovanni Scavazza, l'uomo che circa un anno fa aveva sparso del liquido infiammabile davanti all'ingresso della sede del Parco a Sabaudia collocando anche una busta contenente alcuni proiettili. Il 67enne è comparso ieri mattina davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina Giuseppe Cario per rispondere di tentato incendio, minacce a pubblico ufficiale e detenzione illegale di munizioni. La notte del 24 giugno 2019 davanti all'ingresso degli uffici dell'ente era stata versata della benzina ed era stata lasciata una busta all'interno della quale c'erano quattro cartucce calibro 12 indirizzate, secondo gli investigatori, al comandante dei carabinieri della stazione forestale del Parco del Circeo Alessandro Rossi. L'ipotesi è stata da subito quella di una vendetta per alcuni controlli e sequestri di opere abusive sul lungomare della città delle dune. Dalle taniche utilizzate per portare il carburante ritrovate all'ingresso del Parco erano state isolate impronte digitali e tracce di Dna che avevano condotto a Giovanni Scavazza e al figlio Nicolò, titolare di un'attività di noleggio sdraio destinataria di più di un provvedimento di sequestro. Il 67enne aveva confessato ai pm Valentina Giammaria e Antonio Sgarrella e si era detto pentito ed era rimasto a piede libero. Poi, a distanza di una decina di giorni, nei suoi confronti era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare mentre per il figlio era scattata la denuncia. Ieri il processo che, su richiesta della difesa rappresentata dall'avvocato Gaetano Marino, si è svolto con il rito abbreviato per usufruire dello sconto di un terzo della pena. In aula c'era anche l'Ente Parco del Circeo, rappresentato dall'avvocato Luigi Giuliano, che si è costituito parte civile nel procedimento. Il pm Andrea D'Angeli, a conclusione della sua requisitoria, ha chiesto una condanna a quattro anni di carcere mentre la difesa ha ricordato come l'imputato si fosse spontaneamente presentato presso la Procura della Repubblica di Latina per costituirsi e ammettere di essere lui il responsabile del gesto. A conclusione della camera di consiglio il gup ha ridotto la pena a tre anni. Scavazza, tuttora ai domiciliari, è stato anche condannato a un risarcimento danni nei confronti dell'Ente Parco di 50mila euro con una provvisionale di 20mila euro.

Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero