E' un'asta tutta da chiarire quella che portò all'assegnazione di un appartamento di via Don Torello al figlio di una delle eredi. L'attuale inquilino della...
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Ma tra le carte del fascicolo relativo all'asta dell'appartamento ci sono anche delle firme di un altro magistrato, ancora senza nome. Come è possibile? Si tratterebbe di firme illeggibili, il nome del giudice non è indicato nel testo e non si capisce a chi sia riconducibile la firma. Per questo il querelante ha intenzione, al momento opportuno, di chiedere una perizia calligrafica per stabilire la paternità della firma. C'è dunque l'intenzione di andare fino in fondo per chiarire se l'asta si sia svolta regolarmente o se davvero sia stato favorito qualcuno e, in questo caso, con quale tornaconto. Secondo l'esposto l'assegnazione dell'appartamento sarebbe avvenuta sulla base di atti illegittimi e documenti falsi.
L'immobile apparteneva a una donna morta nel 2006 e rientra, con altri beni, in una linea di successione composta da altri tre fratelli e dai rispettivi figli e nipoti. Nel 2015, uno di loro, un nipote che vive dal 1990 nell'appartamento in questione (e che potrebbe rivendicarne l'usucapione), ha saputo che era stato firmato un decreto di trasferimento per la vendita dell'appartamento. Quell'atto «oltre a trasferire la titolarità - si legge nella denuncia - ordinava la cancellazione delle ipoteche e di rilasciare l'appartamento nella disponibilità dell'acquirente», ovvero il figlio di un'altra erede che l'aveva acquistato per circa 100.000 euro. Per questo motivo il tribunale ha avviato la procedura di sfratto: l'ufficiale giudiziario si è già presentato in via Don Torello ma ha rinviato lo sfratto al primo febbraio. Ora però la situazione è più complicata e gli sviluppi sono imprevedibili. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero