Un notaio, un architetto e un giudice in servizio a Latina sono stati denunciati per turbativa d'asta, in merito all'assegnazione di un appartamento sulla base di atti...
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Ma gli eredi, evidentemente, non si sono accordati sulla gestione del patrimonio. Tanto che, nel 2015, uno di loro, un nipote che vive dal 1990 nell'appartamento in via Don Torello, viene a sapere che è stato firmato un decreto di trasferimento di beni immobili per la vendita dell'appartamento. «Oltre a trasferire la titolarità - si legge nella denuncia - si ordinava la cancellazione delle ipoteche e di rilasciare l'appartamento nella disponibilità dell'acquirente», ovvero il figlio di una erede che l'aveva acquistato per circa 100.000 euro. Da qui nasce uno scontro portato avanti a suon di denunce, civili e penali, e si attiva anche la procedura di sgombero. Nell'esposto si contesta una serie di «mendaci dichiarazioni rese al notaio e in giudizio, al fine di turbare le regolari operazioni d'asta e aggiudicarsi l'immobile».
In sostanza un'asta pilotata, secondo la denuncia, con la complicità anche del notaio e del giudice. Il primo avrebbe «predisposto un decreto di trasferimento illegittimo nel contenuto e nella forma» che il giudice ha firmato «producendo danni patrimoniali e morali». Denunciato anche un architetto che avrebbe omesso di riferire della presenza di una persona che vive da anni all'interno dell'appartamento. Persona che potrebbe rivendicare la proprietà per usucapione e che ora chiede accertamenti attraverso la denuncia in Procura.
Marco Cusumano
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Il Messaggero