Vecchi "Nokia" per aggirare le intercettazioni. Il codice per lo spaccio: la cocaina era "insalata"

Vecchi "Nokia" per aggirare le intercettazioni. Il codice per lo spaccio: la cocaina era "insalata"
Pensavano di ingannare gli investigatori usando solo linee intestate a prestanome o addirittura riesumando vecchi cellulari, come il "Nokia" utilizzato da Fabio Nalin....

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Pensavano di ingannare gli investigatori usando solo linee intestate a prestanome o addirittura riesumando vecchi cellulari, come il "Nokia" utilizzato da Fabio Nalin. Ma i carabinieri del nucleo investigativo di Latina, guidati dal maggiore Antonio De Lise, hanno dimostrato di poter superare anche questi accorgimenti, riconoscendo la tipica suoneria Nokia grazie a una microspia posizionata in una Bmw sotto controllo. L'indagine è ricca di approfondimenti tecnici, ma anche di appostamenti e pedinamenti tradizionali, specialmente dietro agli autobus usati dai pusher per trasportare la droga tra Latina e Priverno. Lo stupefacente veniva indicato con parole in codice: «Domani puoi venì con due insalate piccole?» dice un indagato per chiedere la marijuana o la cocaina.

Nell'indagine è coinvolto anche un gommista di Latina che riceve tre persone nella propria attività, senza sapere che si trova sotto agli occhi dei carabinieri appostati lì vicino. Secondo gli investigatori si tratta di scambi di cocaina, "tre gomme" per dire "tre dosi", come confermato dalle intercettazioni.

IL PENTITO

A dare un notevole impulso alle indagini sono state, anche in questo caso, le parole del pentito Agostino Riccardo, ex leader del clan Di Silvio, che parla di un'associazione di narcotrafficanti capeggiata da Pietro Canori, Gianluca Ciprian e Fabio Nalin. Un trio che ricorre costantemente nelle carte dell'indagine "Ade" dei carabinieri. Riccardo fa riferimento a fatti precedenti che però, secondo gli investigatori, descrivono una situazione ancora attuale. «Ciprian, Canori e Nalin - sostiene il pentito Riccardo - lavorano tutti per Patrizio Forniti. Ciprian gestisce Latina città, mentre Nalin e Canori si dividono i monti Lepini, quindi Sermoneta, Cori, Sezze...». Equilibri che mutano negli anni, specialmente dopo l'omicidio di Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne che cambiò la geografia del narcotraffico pontino.

Dichiarazioni precedenti al 2016 che però, secondo gli investigatori, trovano riscontri anche nella situazione attuale: Nalin gestisce effettivamente lo spaccio a Priverno e ha forti legami con Ciprian, «arrivando a precipitarsi in Spagna dopo il suo arresto, nel gennaio 2020, per supportare la sua famiglia», dando prova di un'amicizia stretta che viene ancora prima delle attività criminali. Gli investigatori hanno ricostruito nel dettaglio le attività degli 11 indagati e di molte altre persone coinvolte a vario titolo nell'inchiesta. Non solo acquirenti di droga o semplici consumatori, ma anche persone di fiducia che, secondo la ricostruzione, custodivano i soldi ricavati dalle attività di spaccio, come nel caso di un commerciante di Latina che compare nelle carte dell'indagine. I collegamenti tra Priverno e il capoluogo sono citati continuamente e si fa riferimento ad auto di lusso e barche «provento delle attività clandestine», ma anche a una pizzeria di Latina riconducibile a Gianluca Ciprian ma formalmente intestata alla moglie.

Scacco alla rete di pusher, la droga viaggiava in autobus tra Latina e Priverno

Nonostante gli accorgimenti tecnici, l'uso di sim "sicure" e addirittura di vecchi telefoni "Nokia", i carabinieri sono riusciti a raccogliere numerose prove soprattutto con le microspie nella casa di Pietro Canori, le telecamere nella stessa zona, le cimici nella Bmw di Nalin e nella sua tenuta di campagna a Tor Tre Ponti. E' emerso un quadro che vede al vertice del gruppo Ciprian, Canori e Nalin; a un livello intermedio altri tre indagati a cui era affidata la gestione e il controllo del narcotraffico e a un livello più "basso" sei pusher che si occupavano della vendita al dettaglio della droga. Infine, sempre secondo l'accusa, altre sei persone hanno gestito l'enorme ricchezza del gruppo costituita da denaro, auto e imbarcazioni di lusso.

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Il Messaggero