«Ad Aprilia serviranno trent'anni per arrivare a quota 105 mila abitanti, ora la questione più urgente da risolvere è quella dell'inquinamento»....
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Aprilia, il nodo delle periferie e un obiettivo: 105 mila abitanti
Nei giorni scorsi l'ufficio comunale per la riqualificazione delle periferie ha prodotto una relazione sullo stato delle borgate: 17mila richieste di sanatoria, 5mila pozzi e 8mila abitazioni non raggiunte da pubblica fognatura. Soprattutto, una previsione di crescita della città che arriverà fino a 104.188 abitanti. «Nulla di nuovo, sono numeri già noti dal 2012», precisa Gabriele. «La crescita dei residenti è una operazione che tiene conto anche del milione e mezzo di metri cubi della zona tra via Carroceto e via Guardapasso, ma devono coincidere anche le condizioni economiche ottimali. Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti. Non si riescono neanche a concludere i lotti sanati dalla variante di recupero, paradossalmente c'è una involuzione: oggi Aprilia lavora con il terziario e logistica, ha perso la vocazione agricola, che regge in maniera ridotta, ma soprattutto ha perso la vocazione industriale».
«Tutti sanno di cosa hanno bisogno le periferie aggiunge l'ex vice sindaco l'ufficio per la riqualificazione delle borgate nasce per reperire finanziamenti e applicare il lavoro di recupero delle periferie legato al progetto che facemmo con il coordinamento dei consorzi insieme all'allora sindaco Domenico D'Alessio chiamato Il nuovo borgo, dove stabilimmo dove sarebbero dovute passare fogne e acqua. Ma è un ufficio senza soldi e senza personale».
I problemi da affrontare subito sono l'inquinamento e gli scarichi. «C'è un problema ambientale. A Campoverde, Campo di Carne e Campoleone i collettori scaricano direttamente a cielo aperto. Stiamo parlando di 7mila famiglie. Fui il primo a denunciare che le fosse imhoff spesso vengono bucate per evitare l'onere degli svuotamenti. Feci un regolamento per gli scarichi nel 2014, ma ho pagato pegno e non sono stato rieletto, non ho più preso voti dalle periferie. D'altronde si trattava di far spendere soldi ai cittadini. Purtroppo i risultati non si vedono subito e politicamente queste cose non pagano».
Non solo: «Provai a proporre i depuratori modulari, ma non sono stato seguito. C'è un problema di testa, manca la mentalità ambientalista. Anche i piani triennali delle opere pubbliche sono pieni di buone intenzioni, si ripropongono sempre gli stessi investimenti per il risanamento». Senza contare le responsabilità del gestore del servizio idrico integrato, con gli investimenti promessi ma mai attuati e un depuratore, quello di via del Capo, insufficiente a sopportare l'espansione urbanistica apriliana, tanto da far rallentare l'iter per i nuovi allacci.
Stefano Cortelletti
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Il Messaggero