Ambulanze del 118, i dubbi sull'appalto: atti negati e nuove interrogazioni

Ambulanze del 118, i dubbi sull'appalto: atti negati e nuove interrogazioni
Un’interrogazione in Parlamento e una alla Regione Lazio, accessi agli atti che restano lettera morta e troppe cose da chiarire nell’affidamento del servizio di...

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Un’interrogazione in Parlamento e una alla Regione Lazio, accessi agli atti che restano lettera morta e troppe cose da chiarire nell’affidamento del servizio di emergenza ambulanze da parte dell’Ares 118. Parliamo di 65 milioni di euro, in tre anni, e di più di qualcosa da approfondire. Non c’è solo la vicenda del “passaggio” a un contratto - quello Anpas, riservato alle associazioni di volontariato - diverso da quello del capitolato, ma altre cose non tornano. Una battaglia che l’Ugl ha portato avanti praticamente in solitario. «Vogliamo semplicemente che si applichi quanto previsto dal capitolato - spiega Cristian Rapone, segretario del sindacato - per questo abbiamo fatto accesso agli atti e chiesto documenti che ci spettano ma che in parte sono stati negati».


Nell’ultima interrogazione, quella presentata in Regione, Francesco Storace scrive che sarebbero «totalmente o parzialmente non rispettati alcuni punti del capitolato di gara». In quella di Ivana Simeoni, senatrice del Gruppo misto, una vita dietro la “consolle” del 118, si ricorda che «la razionalizzazione operata non sembrerebbe aver realizzato i risultati sperati e avvalendosi di società private la spesa sostenuta è notevolmente aumentata, a fronte di un risparmio operato esclusivamente sulla spesa per il personale dipendente da Ares 118».  
Tra le “dimenticanze” segnalate   ci sono le norme per la tutela e salute degli operatori, la vicenda delle postazioni territoriali tutt’altro che confortevoli, il contratto Anpas anziché quello previsto dal capitolato per l’ospedalità privata, la nomina del responsabile del procedimento, le procedure e i piani operativi, i costi sulla sicurezza, il sistema   di sanificazione sui mezzi. 

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