Bimbi maltrattati, indignazione in città e qualcuno tappezza i muri della scuola di piazza Dante di scritte

Bimbi maltrattati, indignazione in città e qualcuno tappezza i muri della scuola di piazza Dante di scritte
LATINA - Indignazione e dolore in città per quello che è successo nella scuola di piazza Dante, ed esattamente ai bimbi della materna Mariele Ventre. Picchiati,...

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LATINA - Indignazione e dolore in città per quello che è successo nella scuola di piazza Dante, ed esattamente ai bimbi della materna Mariele Ventre. Picchiati, strattonati e insultati dalla insegnanti, le educatrici alla quali i genitori la mattina affidano i loro bambini, bambini piccoli, hanno dai 3 ai 5 anni. Si sente nelle registrazioni che uno di loro, di fronte alla maestra che gli dice: «Sei uno zozzo», chiedeva: «Perché?» E ti si spezza il cuore.


E' una storia inaccettabile quella successa nella materna nel cuore della città, inaccettabile perché due insegnanti non hanno saputo fermare loro stesse e perché chi sapeva non ha fatto nulla, ci sono altre due maestra indagate per favoreggiamento ed è impensabile che nessun altro sapesse. Ma come si fa a tacere? Nel nome di un metodo educativo rigido? Non è neppure proponibile un ragionamento di questo genere. Serve riflettere, e soprattutto agire in modo tale che chi non ha più il controllo delle proprie azioni e della propria professione venga fermato prima che una mamma o un papà sentano e registrino le urla passando sotto le finestre di una scuola.

Lo sdegno dilaga, i muri della scuola sono ricoperti da scritte con la bomboletta spray, scritte di rabbia e di condanna. Ma oggi la riflessione e il bene dei bambini devono prendere il posto di quella rabbia, quelle scritte devono essere cancellate perché gli alunni della scuola di piazza Dante, quelli che sanno già leggere, possano al più presto ritrovare un clima di serenità. La giustizia intanto continuerà a lavorare, a fare quello che deve, domani le due maestre saranno interrogate dai magistrati. E chi sapeva e si è girato dall'altra parte dovrà risponderne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero