Alba pontina, slitta subito il processo di Appello: in aula a luglio, ma iter rapido

Alba pontina, slitta subito il processo di Appello: in aula a luglio, ma iter rapido
Un difetto di notifica ha fatto slittare al 2 luglio prossimo il processo di secondo grado di Alba Pontina per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato beneficiando...

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Un difetto di notifica ha fatto slittare al 2 luglio prossimo il processo di secondo grado di Alba Pontina per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato beneficiando dello sconto di un terzo della pena. Ieri mattina dovevano comparire davanti alla Corte di Appello di Roma nove persone che hanno impugnato la sentenza di primo grado: si tratta dei tre figli di Armando Lallà Di Silvio – Gianluca, Ferdinando Pupetto e Samuele – e di Gianfranco Mastracci, Daniele Sicignano, Valentina Travali, Mohamed Jandoubi, Hacene Hassan Ounissi e Daniele Coppi che hanno collezionato complessivamente condanne per 74 anni di carcere. Le più pesanti sono state quelle a carico dei figli del capo clan di Campo Boario ai quali è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso nell’azione di spaccio, favoreggiamento, violenza privata, riciclaggio, corruzione elettorale, intestazione fittizia di beni, estorsioni ai danni di commercianti, avvocati e commercialisti portata alla luce dall’inchiesta della Dda di Roma. Gianluca Di Silvio è stato condannato a 17 anni e quattro mesi, Ferdinando Pupetto a 16 anni e sei mesi; Samuele a 16 anni e otto mesi. Riconosciuta, per la prima volta, l’aggravante del metodo mafioso. Per quanto riguarda gli altri Mastracci è stato condannato a quattro anni e quattro mesi; Sicignano a cinque anni; Valentina Travali a quattro anni; Mohamed Jandoubi e Hacene Hassan Ounissi a quattro anni e due mesi ciascuno; Daniele Coppi a un anno e dieci mesi. Le condanne del gip di Roma Annalisa Marzano passano ora al vaglio della Corte d’Appello che ieri ha rinviato al 2 luglio: l’idea è comunque quella di arrivare a concludere il processo prima della pausa estiva. A Latina invece prosegue il 26 maggio il processo ordinario.
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Il Messaggero